• Home
  • Caleidoscopio culturale
  • Sguardi d’Autore
  • AulaCult
  • Life in Progress
  • About CultMag
  • Fotografia
  • HOME
  • CALEIDOSCOPIO CULTURALE
    • FOTOGRAFIA
    • Recensioni e Mostre
    • Itinerari d’Arte
    • Sguardi d’Autore
    • Scaffale digitale
  • AULA CULT
    • Spazio Cult Studenti
    • La valigia dell’insegnante
    • Trame interdisciplinari
  • LIFE IN PROGRESS
  • ABOUT ME
Kim Casali e il fumetto “Love is…”: l’amore raccontato in punta di matita
02.02.2016

 Da bambina, passavo interi pomeriggi a casa di mia nonna. Seduta al tavolo, armata di forbicine con la punta arrotondata, ritagliavo con cura i rettangolini con i fumetti di “Love is…”, le celebri vignette create da Kim Casali, artista neozelandese nata a Auckland (non a Grove, come a volte erroneamente riportato).

Forse il nome di Kim Casali non è noto a tutti, ma le sue dolcissime illustrazioni sono entrate nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Tradotte in italiano con il titolo “L’amore è…”, queste piccole opere d’arte raffigurano due personaggi iconici, stilizzati e nudi, privi di connotazioni fisiche specifiche ma ricchi di espressività e significato emotivo.

Love is...

Chi sono i protagonisti di “Love is…”?

I due protagonisti di queste vignette sembrano bambini per via dello stile del disegno, ma in realtà rappresentano una coppia di adulti innamorati. Lei ha lunghi capelli biondi, lui capelli corti e scuri. Spesso compaiono in momenti di tenerezza quotidiana, a volte con i figli, o in compagnia di un cane.

I loro nomi non vengono mai esplicitamente detti: solo in alcune rare strisce troviamo il nome Kim (come la disegnatrice), mentre in una vignetta del 1974, la protagonista scrive semplicemente una R sulla sabbia, un tenero accenno al nome dell’amato Roberto Casali, futuro marito dell’artista.

Love is...

L’origine romantica del fumetto

Quello che pochi sanno è che “Love is…” nacque come un dono d’amore personale. Kim Casali iniziò a disegnare queste vignette per Roberto, l’uomo che sarebbe diventato suo marito. Le prime illustrazioni non erano pensate per la pubblicazione, ma solo come messaggi intimi, pieni di affetto.

Solo nel 1970, le strisce vennero pubblicate su un giornale britannico, riscuotendo da subito grande successo. Tuttavia, la storia d’amore tra Kim e Roberto fu segnata dalla malattia: a Roberto venne diagnosticato un cancro in fase terminale, e Kim decise di smettere di disegnare per prendersi cura di lui.

Love is...

Dal cuore alla matita: l’eredità di Bill Asprey

Dopo il ritiro di Kim, le strisce continuarono a essere disegnate da Bill Asprey, illustratore londinese che mantiene ancora oggi vivo lo spirito originario del fumetto. Le vignette non hanno mai perso il loro tono sognante, delicato e universale. Parlano di piccoli gesti d’amore quotidiano: preparare una cioccolata calda, condividere le faccende domestiche, litigare e poi riabbracciarsi con dolcezza.

Una delle frasi più celebri della serie è quella pubblicata nel 1972:

L’amore è… non dover mai dire mi dispiace.

Una semplice frase, capace di racchiudere l’intero senso del fumetto: l’amore come intimità, comprensione e accettazione reciproca.

Testo ©Claudia Stritof. All rights reserved.

Love is...

Condividi con i tuoi amici:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp
  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra) Telegram
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra) Pinterest
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Tumblr
  • Altro
  • Fai clic per condividere su Flipboard (Si apre in una nuova finestra) Flipboard
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra) Reddit
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra) Stampa
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra) E-mail
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra) Pocket

Correlati

Share

Aula Cult  / Fotografia e Cinema  / Scaffale digitale  / Sguardi d'Autore

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

Leave A Reply


Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.


  • About me

    Calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da 'Le straordinarie avventure di Penthotal' di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola.

    Read More

  • Follow CultMag

  • Per contattarmi, inviare comunicati stampa, segnalare mostre e concerti inviare una email all’indirizzo: cultmag.it@gmail.com


  • About CultMag
  • Disclaimer
©CultMag 2025
Website by Studio Mate