detenuti – CultMag https://www.cultmag.it Viaggi culturali Sat, 29 Apr 2017 21:05:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 104600578 L’iconografia dei tatuaggi russi nelle fotografie di Sergei Vasiliev. https://www.cultmag.it/2016/01/17/liconografia-dei-tatuaggi-russi-nelle-fotografie-di-sergei-vasiliev/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2016/01/17/liconografia-dei-tatuaggi-russi-nelle-fotografie-di-sergei-vasiliev/#comments Sun, 17 Jan 2016 11:25:57 +0000 https://www.cultmag.it/?p=2800 «Nella mia visione del tatuaggio c’è una categoria terrificante: quelli che io chiamo ‘gli spensierati’. Si disegnano addosso di tutto, senza curarsi del significato» e soprattutto dell’importanza che quel preciso disegno rivestirà nella propria vita. E’ impossibile dar torto allo scrittore Nicolai Lilin che il mondo del tatuaggio lo conosce bene e sà cosa significa marchiare la propria pelle con un segno indelebile.

Molti possono essere i disegni e molti i significati che si celano dietro di essi, segni che non dovrebbero esser sottovalutati soprattutto se si vive in determinate società. In Russia ad esempio, città dall’importante e sedimentata tradizione iconografica, il tatuaggio è un’arte vera e propria assimilabile ad un linguaggio espressivo ben codificato e che solo da metà Novecento è stato in buona parte interpretato. Un’attenta indagine che ha portato alla scoperta di una società vera e propria, quella delle carceri sovietiche caratterizzata da regole rigide e da un codice visivo altrettanto importante da conoscere e rispettare, se non si vuole incorrere in punizioni, spesso di natura corporale.

Ricerche interessanti poi confluite nella Russian Criminal Tattoo Encyclopaedia, pubblicata dalla casa editrice Fuel Design & Publishing, un compendio esaustivo nato dalle ricerche della guardia carceraria Danzig Baldaev, il quale già dal 1936 aveva iniziato a disegnare e a decifrare i tatuaggi che ricoprivano quasi interamente i corpi dei detenuti nelle carceri sovietiche, a cui successivamente si sono aggiunte le immagini documentarie del fotoreporter Sergei Vasiliev e quelle di Arkady Bronnikov.

Sergei Vasiliev è nato nel 1936 in Russia e sicuramente la serie che lo ha reso famoso a livello internazionale è proprio quella dedicata ai ritratti dei detenuti russi, con i loro corpi graffiati e disegnati proprio come fossero dipinti da leggere accuratamente svelandone l’iconografia criptica. Un progetto fotografico ambizioso, di inestimabile bellezza, non solo tecnica ma soprattutto socio-antropologica. Documenti unici che indagano una società misteriosa, che si è potuta conoscere solo grazie alla loro colossale opera di interpretazione iconografica e alla lettura attenta dei  fascicoli dei singoli detenuti.

Pian piano i due iniziarono a notare tangenze, frasi e soggetti ricorrenti, non solo a livello iconografico ma anche rispetto alla collocazione di tali segni.

Siamo negli anni del regime sovietico e non è raro riscontrare sul corpo di questi detenuti figure di Lenin o Stalin, in quanto era credenza comune che effigiare i volti dei capi sul proprio corpo li avrebbe salvati dalla morte, poiché l’esercito non avrebbe mai sparato contro l’immagine di tali personaggi. Altrettanto importanti sono le immagini religiose e in particole quelle della Madonna con il bambino, di solito realizzate sul torace, che tuttavia poteva avere diversi significati a seconda del punto in cui questa era raffigurata: poteva simboleggiare l’assoluta devozione alla mala vita, ma poteva essere portato anche come simbolo di protezione. Le donne tatuate sul braccio poteva alludere ad una condanna per stupro e a sua volta la sirenetta era simbolo dello stupro o molestie contro un minorenne.

Per questi detenuti i tatuaggi erano una biografia visiva, nessuno scampava ai premi e alle punizioni che derivavano dalla lettura del tatuaggio o dalle scarificazioni impresse sulla loro carne. Una carta d’identità visiva la quale permetteva di capire immediatamente chi ci si trovava di fronte, quali reati il detenuto aveva commesso, le promozioni ricevute e le retrocessioni subite nei ranghi della mala vita. Un codice sociale ferreo, che i detenuti ritenevano inviolabile e che di conseguenza prevedeva brutali punizioni nel caso in cui i tatuaggi “indossati” non fossero risultati veritieri, infatti gli impostori sarebbero stati costretti ad eliminarli con l’ausilio di un frammento di vetro o un mattone.

Se si osservano con attenzione i tatuaggi ritratti da Vasiliev, immediatamente salta all’occhio la notevole bellezza artistica e la maestria dei tatuatori, ciò, come avviene oggi per le diverse scuole, rendeva  immediatamente riconoscibile la mano o meglio il  carcere in cui questo era stato realizzato. Molto spesso i detenuti si facevano trasferire nei campi degli Urali, dove vi erano i più importanti e bravi tatuatori.

I disegni spesso venivano realizzati con metodi piuttosto artigianali che andavano dal semplice ago imbevuto di inchiostro, alle più evolute macchinette elettriche, costruite con il corpo macchina di un rasoio elettrico a cui veniva unito il serbatoio di una biro e degli aghi per iniettare il pigmento, a sua volta composto da gomma bruciata miscelata con urina.

Corpi guardati con diffidenza da alcuni, apprezzati da altri per lo loro bellezza estetica, ma prima di tutto corpi che celano simboli talmente codificati e pericolosi per chi sa decifrarli che possono essere ragione di vita e di morte. Parafrasando le parole di Nicolai Lilin sono corpi che raccontano delle storie e che creano legami indissolubili, perché come ha scritto l’autore di Educazione Siberiana «un corpo senza tatuaggi è un corpo che non racconta nulla».

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Fino al 13 febbraio le immagini di Sergei Vasiliev saranno esposte alla Galleria del Cembalo di Roma, per la mostra Storie Sovietiche, un’esposizione che ripercorre «quasi un secolo di arte, storia e fotografia» dell’Unione Sovietica.

Testo ©Claudia Stritof. All rights reserved.

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Sergei Vasiliev, Russian Criminal Tattoo. © Sergei Vasiliev/FUEL Russian Criminal Tattoo Archive.

Il tatuaggio di un ragno su una ragnatela posto sopra la spalla può avere diversi significati: se il ragno sta scalando la rete, significa che colui che lo porta, è devoto totalmente alla vita criminale. Se il ragno è rappresentato nell’atto di scendere il detenuto invece sta cercando di allontanarsi dalla vita criminale. Sergei Vasiliev, Russian Criminal Tattoo. ©Fuel/Sergei Vasiliev.

Solitamente le a cicatrici sul volto dei detenuti di solito rappresenta una punizione, derivata dal tradimento verso i propri compagni. Sergei Vasiliev, Russian Criminal Tattoo. © Sergei Vasiliev/FUEL Russian Criminal Tattoo Archive.

Sergei Vasiliev, Russian Criminal Tattoo. © Sergei Vasiliev/FUEL Russian Criminal Tattoo Archive.

 

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