lei – CultMag https://www.cultmag.it Viaggi culturali Fri, 12 Mar 2021 18:15:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 104600578 LEI: LA BIOGRAFIA ILLUSTRATA DI VIVIAN MAIER https://www.cultmag.it/2016/03/14/lei-la-biografia-illustrata-di-vivian-maier/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2016/03/14/lei-la-biografia-illustrata-di-vivian-maier/#respond Mon, 14 Mar 2016 17:53:44 +0000 https://www.cultmag.it/?p=3841 Lei… semplicemente Lei s’intitola il graphic novel dedicato alla fotografa Vivian Maier, firmato dalla matita di Cinzia Ghigliano, ed edito da Orecchio Acerbo.
Una biografia visiva che racconta in modo intimo e privato la vita e lo sguardo della tata che negli ultimi anni ha affascinato il mondo per la sua storia misteriosa e per essere stata, a sua insaputa, la pioniera della street photography.

Cinzia Ghigliano ci regala un racconto profondo, narrato da un punto di vista molto particolare, quello dell’oggetto che più di ogni altro ha condiviso gioie e dolori con la fotografa, la sua Rolleiflex, compagna inseparabile di vita e di viaggio.

copertina LEI

Copertina LEI

Si racconta che Vivian fosse «di poche parole, lunatica, scostante. Ma le persone per lei erano tutto. Ogni persona una storia» e ogni storia un’immagine intrisa di sentimento e nuovi racconti da condividere. Era una donna enigmatica, «portava camicie da uomo, imprecava in francese, conosceva a memoria tutti i racconti di O. Henry, camminava come un uccello. E così, come un trampoliere dalle lunghe gambe, ha attraversato il suo tempo fotografandolo»: i bambini intenti a salire sull’autobus che li avrebbe portati a scuola, i musicisti per le strade di Chicago, gli operai stanchi a lavoro, la sua ombra proiettata sull’asfalto cocente delle strade di New York, e ancora i negozi e le vetrine dove molte volte si era fotografata, lasciandoci un’infinità di autoritratti.

Molte le immagini da lei scattate, circa 150 mila negativi e tremila stampe, che per lungo tempo sono rimaste nascoste in un box di Chicago, sepolte sotto indumenti, oggetti e ricordi di una vita ormai passata.
Ma ad un certo punto, in un giorno qualunque, proprio mentre Vivian era arrivata al termine della sua vita, un signore curioso di nome John Maloof, si mette alla ricerca di materiale iconografico per un libro su Chicago e, casualmente, si imbatte in quei negativi. Li compra e, come fosse stato un archeologo alla ricerca di un tesoro scomparso, porta alla luce l’immenso archivio fotografico della tata girovaga.

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Cinzia Ghigliano, Lei

Era il 2007 e Maloof vuole scoprire chi è questa donna con la passione sincera verso la fotografia: scopre che era stata una commessa prima e bambinaia amorevole poi, ma anche e soprattutto una viaggiatrice e narratrice del mondo, scrutatrice di storie e di istanti che ha “eternizzato” grazie alla sua Rolleiflex.

Una storia, quella di Vivian Maier, fatta di amore, di passione e di voglia di libertà. Ogni fotografia era per lei un istante di vita e un ricordo indimenticabile, per questo, come egli stessa scrisse in un appunto: «ho fotografato i momenti della vostra eternità perché non andassero perduti».

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Testo a cura di Claudia Stritof pubblicato su Frizzifrizzi (8 marzo 2016)

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Cinzia Ghigliano, Lei

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Cinzia Ghigliano, Lei

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Cinzia Ghigliano, Lei

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Sensazioni + Carezze || Algoritmi inanimati https://www.cultmag.it/2014/12/28/sensazioni-carezze-algoritmi-inanimati/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2014/12/28/sensazioni-carezze-algoritmi-inanimati/#respond Sun, 28 Dec 2014 16:26:23 +0000 http://claudiastritof.com/?p=1497 Un uomo e una donna, amici e amanti, affetto e condivisione.

Questi gli ingredienti fondamentali di una storia d’Amore, quella tra Samantha e Theodore. Unico inconveniente: lei non ha un corpo, ma è un sistema operativo di ultima generazione, l’OS1.

Un amore che sembrerebbe impossibile, ma che  trascende a tal punto da diventare reale.

La storia è quella del film Her di Spike Jonze, e nel monologo finale, Theodore scrive una lettere alla sua ex moglie: “Cara Catherine, sono stato qui a pensare a tutte le cose per cui vorrei chiederti scusa. A tutto il dolore che ci siamo inflitti a vicenda. A tutte le cose di cui ti ho incolpato. A tutto ciò che volevo che tu fossi o dicessi. Mi dispiace per tutto ciò. Ti amerò sempre perché insieme siamo cresciuti. mi hai aiutato a farmi diventare chi sono. Voglio solo che tu sappia… che dei frammenti di te resteranno per sempre in me. E di questo te ne sono riconoscente. Qualsiasi cosa tu sia diventata e ovunque tu ti trovi nel mondo. Ti mando il mio amore. Sarai mia amica per sempre. Con amore, Theodore”.

Guardando il film mi sorgono numerosi dubbi poiché un rapporto tra due persone reali presuppone condivisione, crescita e scambio di affetto e sentimento, in poche parole empatia, che scaturisce solo nel momento in cui ci si avvicina a qualcuno, si accarezza o semplicemente avviene uno scambio di sguardi.

Ripensando al film e alle sensazioni che mi ha trasmesso, la mente è andata a un portfolio visto al MACRO di Roma di Fulvio Ambrosio, classe ’86, con la serie 1:1.

Il fotografo sul suo sito afferma: “Mescolo la mia fotografia con i miei studi sulla psicoanalisi e le relazioni. Si tratta di una situazione sperimentale, insolita, dato che il toccare il volto di una persona è generalmente appannaggio di una relazione intima”.

Sensazioni uniche che mai, anche in un lontano futuro, potremo sostituire con una macchina.

© Fulvio Ambrosio

© Fulvio Ambrosio

Un po’ come l’algoritmo di Facebook che  genera l’album dei ricordi con la frase: “È stato un anno meraviglioso. Grazie di aver contribuito a renderlo tale”.

La domanda sorge spontanea: è giusto che sia una macchina a scegliere le foto, i sentimenti e che mi dica come è stato il mio anno?

Il mio non è stato un buon anno e allora perché Facebook non l’ha capito?

La risposta è semplice ed è chiara a tutti, semplicemente perché Facebook è un programma, le tecnologie sono tecnologie e la carezza di una sorella, dell’amato, della madre, di un amico non può essere sostituita in nessun modo.

Sensazioni diverse che cambiano nel tempo, in ogni istante e con ogni persona che incontriamo sulla nostra strada.

Con alcuni amici condividiamo tutto, con altri siamo più distaccati. Rapporti che possono far bene, come anche far male ma in qualunque caso sono doni, scambi e condivisioni, piccole parti dell’altro che porteremo sempre con noi. Film, fotografia e vita continuano a ribadirlo, in un continuum di sensazioni e riflessioni.

Testo di ©Claudia Stritof. Tutti i diritti riservati

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Rosa, 2012. © Fulvio Ambrosio

Rosa, 2012. © Fulvio Ambrosio

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