pace – CultMag https://www.cultmag.it Viaggi culturali Thu, 31 Dec 2015 15:59:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 104600578 Pensieri di VITA https://www.cultmag.it/2015/11/14/pensieri-di-vita/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2015/11/14/pensieri-di-vita/#respond Sat, 14 Nov 2015 14:23:23 +0000 http://claudiastritof.com/?p=2180 Leggo con attenzione le notizie sull’attentato di Parigi cercando di comprendere la realtà di oggi. Una realtà che di punto in bianco sembra esser diventata un incubo ad occhi aperti. Ma quelle che si affollano nella mia mente sono  infinite domande a cui non riesco a dare una risposta.

Ad un certo punto, mentre stendevo i panni, ho iniziato a piangere. Lacrime inconsapevoli e spontanee, senza un’apparente ragion d’essere. Forse, è stata proprio la quotidianità del gesto a farmi riflettere: io ero lì a stendere i panni, mentre la ragazza appesa alla finestra del  Bataclan cercava una via di uscita disperata verso la libertà.

Lacrime, forse dettate dalla paura per ciò che non si può prevedere e sicuramente nate pensando a quei ragazzi che come me, il venerdì sera sono usciti per assistere ad un concerto live e che invece sono diventati bersaglio di un attacco terroristico.

Penso che la maggior parte delle persone in questo momento stia provando le mie stesse sensazioni di incertezza, di paura ed una forte stretta al cuore ma anche tanto amore per chi oggi non c’e più.

Penso al terrore e allo shock dei sopravvissuti, penso ai giovani che oggi si sarebbero dovuti svegliare nel proprio letto e salutare con un bacio la propria fidanzata o i genitori. Aprire il frigorifero, fare colazione e casomai raccontare ai coinquilini la serata appena trascorsa per poi proseguire la propria vita normalmente. Programmare una vacanza, decidere cosa fare delle propria vita, con chi condividere il proprio futuro, commettere sbagli, laurearsi, andare a lavoro o poltrire tutto il giorno.

E invece no, perché loro sono morti. Trucidati con l’unica colpa di essere… …di essere cosa? E’ proprio questo che non capisco!

Di essere …occidentali? …parigini? …di avere delle idee? Perché…? Perché tutto questo odio? Perché arrogarsi il diritto di decidere chi deve vivere e chi deve morire? Perché giornalmente vengono bombarde città? Per cosa?

Non riesco a capire e allora voglio affidarmi alle parole di un uomo che ho amato e che continuo ad amare, quelle di Tiziano Terzani:

[…] Voglio andare nelle scuole, voglio parlare ai giovani, voglio portare la voce, non tanto della ragione, ma la voce del cuore. La voce che tutti hanno […] Il cuore parla con la stessa voce in tutti. La stessa voce, anche in differiti lingue. E’ la voce della pace. Non c’e discussione. Se lei chiede a chiunque: “Ma tu vuoi la guerra o vuoi la pace?”…. Tutte le religioni dicono non uccidere. E non dicono non uccidere i bipedi, quelli come te, non uccidere il tuo vicino. Dicono NON UCCIDERE.

Sarebbe bello poter parlare a quei giovani, dirgli che la guerra non esiste, che gli uomini non uccidono i loro vicini. Sarebbe bello potergli chiedere ma tu vuoi la guerra o la pace? o semplicemente domandargli Il concerto di ieri sera ti è piaciuto?

Ma questo non è possibile! Spero realmente che prima o poi riusciremo a parlare la stessa lingua, quella che Terzani chiama la lingua della pace, perché quello che ora sento sono solo urla di dolore e disperazione soffocate da colpi di kalashnikov e quello che vedo sono corpi velati dai resti di quelle che un tempo erano bandiere delle pace, ora stralciate e tinte di rosso, quello del sangue delle vittime innocenti.

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Raffaele Bafefit, SIAMO TUTTI FRANCESI.

Raffaele Bafefit, SIAMO TUTTI FRANCESI.

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Un memento mori dimenticato. Stop the war. "D’amore si vive". https://www.cultmag.it/2014/07/29/un-memento-mori-dimenticato-stop-the-war-damore-si-vive/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2014/07/29/un-memento-mori-dimenticato-stop-the-war-damore-si-vive/#respond Tue, 29 Jul 2014 21:44:43 +0000 http://claudiastritof.com/?p=1418 Milano, piazza XXIV Maggio, tre bambini vengono impiccati ad un albero da un uomo. L’uomo è Maurizio Cattelan, artista contemporaneo tra i più criticati e amati da specialisti e non. I tre manichini sono appesi ad una quercia secolare, in alto molto in alto. Ma l’altezza non ferma Franco di 42 anni che si precipita sull’albero per liberare i fantocci dalla gogna pubblica. Tutti si scagliano contro la scultura choc. Credo che sia il momento di riproporre quest’opera. I giorni sono bollenti e il mondo è sospeso, in attesa di una pace. Una pace agognata, una pace desiderata da molti e una guerra dettata da pochi.

La Striscia di Gaza è inondata di sangue. Un sangue innocente, la sorte degli uomini, come sempre accade nelle guerre, è stata decisa da “altri”. Una piccola Striscia di terra si trasforma in un carcere di massima sicurezza dove la morte è l’unica via di uscita. Fame, bombe, missili, distruzioni: nessuna pietà. Le immagini ci hanno devastato: odio, ragazzi armati e incazzati, bombardamenti, bambini che mangiano cibo per animali per nutrirsi, uomini che cercano di uscire dalle macerie, persone innocenti schiacciate dalle macerie. Uno sterminio di massa, che noi osserviamo attraverso reportage e attraverso le notizie in televisione. Le immagini ci sconvolgono sempre, proprio perchè immediatamente toccano le nostre corde più sensibili.

In un’attenta analisi leggo le parole riportate dallo scrivente di Don Mazzi: “Ho fatto fatica io stesso a guardarli più volte. Mi sentivo sporco dentro, quasi anch’io fossi in qualche modo implicato in questa macabra rappresentazione”. La frase detta è riferita ai manichini di Cattelan, ma questa macabra rappresentazione potrebbe essere la stessa di ciò che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Quei fantocci sono diventati umani e come novelli pinocchi sono stati ingannati e ingoiati da una balena, ma la storia non è una favola e non ci sarà il lieto fine. Ai piedi di quell’albero, in piazza XXIV Maggio, vi è una stele arrugginita, che ricorda i morti di tutte le guerre. Gli impiccati sono tre bambini e uno di essi si trova leggermente in una posizione più elevata e il paragone con il Golgota è immediato.

Che l’opera piaccia o meno credo che il significato sia importante. Un memento mori: dimenticato.

Dice Cattelan: “questa installazione sembrava lugubre, inaccettabile (“sino ad ora avevo sospeso per aria solo un cavallo, finto”), ma la funzione dell’arte oggi è quella di far venire i brividi, indignare, scuotere dall’indifferenza gente ormai abituata agli orrori della cronaca. Sembrano bambini vivi che ci guardano dall’alto in basso, quasi tre giudici o tre profeti”. La profezia si è avverata. Un’altra guerra. Altre morti. Nulla ci ha insegnato la storia e nulla impariamo dagli errori. Questa è la tragica sconfitta degli uomini, mortali e mortalmente uccisi. Ignari e indifesi che nulla possono contro chi può decidere.

I bambini sono nati per giocare e amare. I bambini devono sognare e gli adulti devono sostenere i loro sogni innocenti. Anche gli adulti hanno sogni, diversi, ma sempre sogni sono. Purtroppo alcune volte questi sogni si trasformano in incubi senza controllo. La guerra non è un sogno e neanche un incubo, e la realtà in cui la morte è l’unica amica. E’ questo che devono fare i bambini e i grandi: “giocare continuamente”.

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