Riserva Naturale Regionale Valli Cupe – CultMag https://www.cultmag.it Viaggi culturali Mon, 09 Mar 2020 22:36:39 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 104600578 CALABRIA ON THE ROAD… Santa Severina e Sersale https://www.cultmag.it/2019/06/02/calabria-on-the-road-santa-severina-e-sersale/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2019/06/02/calabria-on-the-road-santa-severina-e-sersale/#respond Sun, 02 Jun 2019 14:45:24 +0000 https://www.cultmag.it/?p=6158 In Calabria vi sono dei luoghi magnifici, inaspettati e lontano da qualsiasi meta “turistica” canonica, ma che di turismo, accoglienza, cultura e racconti potrebbero vivere. Uno di questi l’ho visitato ormai molti anni fa, durante un classico viaggio estivo fatto con gli amici di una vita.

Dopo una vaga organizzazione, abbiamo caricato le macchine, preparato gli zaini e siamo partiti con tanta voglia di vedere e conoscere la nostra Calabria. Già avevo scritto dei magnifici luoghi visitati nelle tappe precedenti ovvero, Fiumefreddo Bruzio, Isola di Cirella, San Nicola Arcella, la Sila e Lorica… ma all’appello mancano ancora le ultime tappe: Santa Severina e Sersale.

Il paese di Santa Severina è stata una tappa intermedia e purtroppo, come accade in ogni viaggio, siamo giunti tardi per ritardi, vari ed eventuali, sulla sulla tabella di marcia, così abbiamo deciso di fermarci giusto il tempo per pranzare.

Santa Severina si presenta così come l’ha descritta Gian Teseo Casoppero nella poesia Sylvae: «c’e una città turrita nelle terre calabresi, di non oscuro nome, là dove scorre l’onda del nebbioso Neto, posta sull’alto di un monte, su rupi rocciose, e meglio di ogni altra cinta da lunga cerchia difensiva», un piccolo ma accogliente comune arroccato, che è situato in provincia di Crotone.

Iniziando a camminare nelle piccole vie del paese, subito si è aperto uno spettacolo di inaudita bellezza, un borgo antico in pietra ben conservato, silenzioso e poco popolato. Pochissime le persone incontrate durante il tempo lì trascorso, se non una o due famiglie di turisti stranieri, sotto il sole cocente del sud in agosto.

Santa Severina, Calabria. ©Claudia Stritof

Arriviamo nel centro storico, dove decidiamo di sederci in uno dei pochi bar aperti al momento, con i suoi tavolini in piazza e da qui iniziamo ad ammirare realmente il luogo, con la Piazza Campo, maestosa e lineare con la sua ellissi disegnata in travertino sul grigio porfido a simboleggiare una rosa dei venti, dal cui centro, come afferma uno dei due architetti che ha ideato il progetto, Giuseppe Patanè: «partono 8 aghi triangolari orientati secondo i punti cardinali che seguono la direzione dei venti, rappresentati da altrettanti volti incorniciati in piccole ellissi», poco più in là – all’esterno dell’ellisse  – vi sono incisi i simboli astrologici del Sole e dei pianeti, alcuni simboli alchemici e ancora le quattro stagioni, i simboli del tempo, il ciclo dell’oro, lo spirito dei metalli e infine il Sole e la Luna.

Santa Severina, Calabria. ©Claudia Stritof

Dalla bellissima piazza la nostra attenzione è stata catturata al piccolo Battistero, un gioiello dell’architettura bizantina, che già Paolo Orsi ebbe premura di scoprire e segnalare. Purtroppo al nostro arrivo l’edificio era chiuso, ma alcuni signori presenti in piazza vedendoci molto incuriositi, si sono avvicinati a noi e un ragazzo del luogo ci chiede gentilmente se siamo interessati a visitarlo.

Chiaramente noi, come gli altri pochi turisti presenti, rispondiamo senza esitare e prese le chiavi per farci accedere nel piccolo scrigno, il ragazzo inizia a raccontarci con assoluta bravura la storia, i restauri e le varie fasi costruttive dell’edificio.

Santa Severina, Calabria. ©Claudia Stritof

Se l’edificio già dell’esterno ci aveva affascianti, all’interno la sorpresa è stata grande: la sua pianta circolare, la cupola centrale con il «lanternino cieco cilindrico», così come dettagliatamente lo aveva descritto Paolo Orsi, all’interno retto da otto colonne di spoglio, mentre sulla muratura vi sono tracce di affreschi e al centro il tardo fonte battesimale.

Una scoperta meravigliosa e una visita che è stata possibile grazie al cortese e appassionato cicerone, che poi ci ha consigliato di dirigerci verso la vicina cattedrale e al castello normanno, che non abbiamo potuto visitare perché ormai l’ora era tarda, così fatto l’ultimo giro nelle bellissime viuzze ricche di fiori e vegetazione, ci siamo diretti verso le macchine anche perché iniziava a piovere, solo dopo qualche ora e innumerevoli campi bruciati dall’arsura estiva giungiamo finalmente a Sersale.

All’inizio non sapevamo dove montare le tende, ma come al solito arrivano in soccorso i vecchini seduti in piazza con il loro immancabile cappello in testa e bastone poggiato sul bracciolo della sedia in plastica, che ci hanno consigliato di campeggiare lungo il fiume. Ringraziati i signori, che avremmo visto l’indomani nella stessa posizione, ma con una tazzina di caffè sul tavolo, ci dirigiamo verso questo luogo.

Purtroppo lo spazio era esiguo, per cui decidiamo di andare altrove e mentre vagavamo tra le infinite curve di Sersale, troviamo una zona picnic, con luoghi tavoli in legno e la zona per fare la griglia, dove decidiamo di sostare, anche perché ormai era giunta la sera.

Una volta sistemata la zona, iniziamo finalmente a grigliare la molta carne che avevamo acquistato e mentre prepariamo il tutto per la cena e ascoltiamo della musica, sentiamo degli strani rumori provenire da una zona indefinita del bosco. Essendo tutti cuor di leone, all’inizio ci siamo un pò allarmati, ma all’improvviso ecco che dal buio sbucano due occhi lucidi e poi altri ancora, e di fronte a noi meravigliosi daini che sentendo la musica – e probabilmente l’odoro del cibo – si avvicinano a noi.

Con questa scena davanti agli occhi e dopo innumerevoli canzoni… andiamo a dormire.

Il giorno seguente, motivati e inconsapevoli, andiamo finalmente alle Riserva Naturale Regionale delle Valli Cupe, un’area naturalistica di grande bellezza che non avremmo mai pensato di trovare in Calabria. Iniziamo il nostro cammino, o meglio la discesa, lungo il sentiero ben segnalato e circondato dalla natura rigogliosa con innumerevoli specie botaniche e per fortuna, con anche delle panchine lungo il percorso su cui riposarsi.

La strada è lunga, molto lunga, e per chi non è allenato, il ritorno è traumatico, ma l’esplorazione vale assolutamente la pena, perché con la nostra lentezza si scende verso il grandissimo canyon dalle pareti ripidissime.

Dopo aver camminato a lungo, visto rane, granchietti, cascate e rocce sovrumane, torniamo in tenda per prepararci per andare alla scoperta del paese e cercare anche un luogo in cui mangiare. Come al solito ci siamo affidati alle persone del luogo, che ci hanno fatto scoprire Lo scacco macco, un luogo di cui mi sono innamorata follemente perché, nonostante fossimo in tanti, il proprietario ci ha accolti nel secondo turno per la cena e, non meno importante, perché la cena è stata veramente eccezionale, oltre ad aver scherzato e conosciuto il figlio del proprietario, molto piccolo ma già appassionato di musica. Chissà se ha portato avanti questa sua passione?!

Sersale, Calabria. ©Claudia Stritof

Il nostro viaggio si è concluso nel miglior modo possibile con i ragazzi del locale… e mai ci fu viaggio più bello, ricco di imprevisti e di emozioni contrastanti, di pensieri e riflessioni, di incomprensioni e comprensioni; di cibo, mare e montagna, tutto a brevissima distanza, ma anche di nuove conoscenze e incontri unici con persone che probabilmente non rivedremo più, ma che sempre ricorderemo nei nostri racconti.

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I tappa di viaggio: Calabria on the road… Fiumefreddo Bruzio e Isola di Cirella.

II tappa di viaggio: Calabria on the road… San Nicola Arcella.

III tappa di viaggio: Calabria on the road… Lorica e la Sila

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