roma – CultMag https://www.cultmag.it Viaggi culturali Fri, 12 Mar 2021 18:15:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 104600578 Youth Codes: 40 anni dalla nascita del Punk. https://www.cultmag.it/2016/03/11/youth-codes-40-anni-dalla-nascita-del-punk/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2016/03/11/youth-codes-40-anni-dalla-nascita-del-punk/#respond Fri, 11 Mar 2016 08:58:54 +0000 https://www.cultmag.it/?p=3781 Il 18 marzo alla Matèria Gallery di Roma inaugura la mostra Youth Codes, a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano. Un’esposizione che rende omaggio al Punk e ai suoi 40 anni, mettendo a confronto due serie fotografiche: Punks di Karen Knorr e Olivier Richon e Colossal Youth del fotografo tedesco Andreas Weinand.

La prima serie Punks è stata realizzata negli anni tra il 1976 e il 1977 a Londra, dove i due artisti Karen Knorr e Olivier Richon, ancora studenti presso il Polytechnic of Central London, hanno documentato da vicino l’emergente scena punk che gravitava intorno ai famosi clubs londinesi come il Roxy di Covent Garden e Global Village di Charing Cross. Un’occhio indiscreto, il loro, che con un «approccio talvolta più formale rispetto ad altri lavori dedicati alla cultura punk», si propone l’intento di evidenziare e rendere manifesti i simboli della nascente subcultura.

Untitled, dalla serie Punks di Karen Knorr & Olivier Richon.

Untitled, dalla serie Punks di Karen Knorr & Olivier Richon.

La seconda serie, intitolata Colossal Youth è stata realizzata dal fotografo tedesco Andreas Weinand, tra il 1988 e il 1990 a Essen in Germania. Il fotografo ritrae la gioventù tedesca e l’influenza che il punk ha avuto nella società, a dieci anni di distanza dalla prima importante ondata di ribellione. Le sue foto a colori, sono uno spaccato sull’esistenza umana: ragazzi che si svagano al mare facendo la verticale, ragazzi che si perdono nelle proprie elucubrazioni mentali e ancora giovani che esprimono rabbia, gioia e noia, mentre festeggiano, litigano o dormono. Ciò che Andreas Weinand cattura è la quotidianità del vivere nel suo contesto socio-culturale, raccontata con uno stilo diaristico, mai distaccato e sempre partecipe.

Le immagini della mostra Youth Codes sono intime e delicate, non hanno alcuna pretesa di giudicare, ma al contrario la voglia di far capire in profondità un fenomeno importante, come lo è stato quello del punk. Una storia lunga 40 anni che ha inizio negli Stati Uniti, quando sul palco del CBGB’s suonano Richard Hell, i Ramones e i Television, mentre Legs McNeil e John Holmstrom fondano la fanzine Punk, rivista che diventa la portavoce ufficiale della fervida vita musicale e artistica newyorchese.

Andreas Weinand, Colossal Youth.

Andreas Weinand, Colossal Youth.

In questi anni a New York c’e anche Malcom McLaren, manager per un breve periodo dei New York Dolls, che una volta tornato a Londra nel 1975 decide di aprire, con la sua compagna di allora Vivianne Wastwood, la boutique SEX. Il negozio in breve tempo viene frequentato da musicisti e giovani, i quali vanno da McLaren per passare il loro tempo parlando di musica. E’ qui che si formano i Sex Pistols, ed è qui che nasce la moda delle t-shirt strappate, giubbotti in pelle, e jeans logori con catene e borchie.

E’ il 1976, Londra registra alti tassi di disoccupazione giovanile e la crisi economica dilania il paese, i ragazzi si ribellano ad una società austera e conservatrice, in questo clima si propaga il punk, cultura etichettata dai mass-media come pericolosa e sovversiva mentre i ragazzi definiti «individui annoiati o aggressivi, figure irriverenti» e scapestrate.

Untitled, dalla serie Punks di Karen Knorr & Olivier Richon.

Untitled, dalla serie Punks di Karen Knorr & Olivier Richon.

Oltre ai già citati Sex Pistols, nascono i Damned, i Clash e le Slits, il punto di ritrovo sono i concerti, dove il più delle volte avvengono risse e scazzottate, le canzoni sono urlate al microfono e i suoni sono sporchi. In poche parole, è la nascita del Punk!

La mostra Youth Codes alla Matèria Gallery ci permette di ripercorrere tutto questo, indagando non solo la nascita del punk londinese, ma anche mostrando gli effetti e gli sviluppi che questo importante fenomeno culturale e sociale ha avuto nel tempo.

Testo a cura di Claudia Stritof.

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Youth Codes

Matèria Gallery, via Tiburtina 149, Roma

18 marzo – 28 aprile 2016

contact@materiagallery.com

www.materiagallery.com?utm_source=rss&utm_medium=rss

Andreas Weinand, Colossal Youth.

Andreas Weinand, Colossal Youth.

01_gero_ _olli_1990_©_aw

]]> https://www.cultmag.it/2016/03/11/youth-codes-40-anni-dalla-nascita-del-punk/feed/ 0 3781 Il meraviglioso mondo di… Rocciolo!!! https://www.cultmag.it/2016/02/13/il-meraviglioso-mondo-di-rocciolo/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2016/02/13/il-meraviglioso-mondo-di-rocciolo/#respond Sat, 13 Feb 2016 20:48:03 +0000 https://www.cultmag.it/?p=2988 Daniela è una ragazzetta tutta riccia, che non a caso si fa chiamare Rocciolo, non ricordo precisamente quando l’ho conosciuta, ma fin da subito il suo modo di fare da ragazza osservatrice mi ha colpita. Ti guarda! Poche smancerie e capisce subito come stai e come ti senti.

Daniela è anche un vulcano di idee che abita in un mondo fatto di colori, il più delle volte à plat, che molto ricorda il mondo delle fiabe e non a caso Rocciolo si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria con una tesi sulle favole e sul gioco, ispirata al lavoro dell’artista Massimo Sansavini. Capire l’arte di Sansavini è importante per comprendere di riflesso quella di Rocciolo, infatti l’artista forlivese si è formato a Ravenna, città del mosaico bizantino, il quale facendo propria la tecnica musiva, realizza opere sagomate in legno, servendosi inoltre dilacche e resine dando così vita a mosaici colorati. Colori ora sgargianti che oscillano tra dinamismo futurista e icone pop, ora tenui e sempre dai contorni definiti e morbidi.

Seconda stella a destra, Incastri di legno, 90×70. © Daniela Galluzzo

Seconda stella a destra, Incastri di legno, 90×70. © Daniela Galluzzo

Ora torniamo a Daniela che dalla natia Locri si trasferisce a Roma e inizia a sperimentare i suoi incastri di legno con la poca attrezzatura necessaria: legno, seghetto, carta vetrata, tempera e vernici all’acqua, riuscendo a creare mondi fantastici abitati da teneri e dolci personaggi. Spille stravaganti, metri per misurare giornalmente la crescita dei bambini, specchi e lampade create ex novo oppure attraverso il recupero di oggetti dimenticati ormai da tempo, come è avvenuto per gli indimenticabili telefono a disco, che è riuscita a far diventare lampade che illuminano «il ricordo», e la cornetta sospesa in aria, è lì come a «sussurrare nel buio l’eco di un “Pronto?”».

Un mondo nuovo, in cui il telefono grigio si tinge di tinte accattivanti, i pensieri solcano un mare di colori e le parole vagano in libertà, perché la missione di Daniela è una sola «scaraventare i grandi, ingrigiti e disabituati all’energia sprigionata dai colori, nello stupore dell’infanzia», perché alla fin dei conti tutti desideriamo tornare bambini, volare liberi nell’aria guidati dai pensieri felici, dimenticando affanni e tristezze. Il compito è arduo ma sono sicura che con il suo paziente lavoro da sapiente artigiana, le sue piccole creaturine ce la faranno a reinventare il mondo perché come ha scritto Tom Robbins – e come più volte Daniela ha affermato – «non è mai troppo tardi per farsi un’infanzia felice».

Testo ©Claudia Stritof. All rights reserved.

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Parole in luce white, Lampada telefono M9 feat Rocciolo. Modelli lampada-telefono brevettati a nome Daniela Galluzzo dalla Camera di Commercio. © Daniela Galluzzo.

Parole in luce white, Lampada telefono
M9 feat Rocciolo. Modelli lampada-telefono brevettati a nome Daniela Galluzzo dalla Camera di Commercio. © Daniela Galluzzo.

Charlie Naif. © Daniela Galluzzo

Charlie Naif. © Daniela Galluzzo

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Sensazioni + Carezze || Algoritmi inanimati https://www.cultmag.it/2014/12/28/sensazioni-carezze-algoritmi-inanimati/#utm_source=rss&utm_medium=rss https://www.cultmag.it/2014/12/28/sensazioni-carezze-algoritmi-inanimati/#respond Sun, 28 Dec 2014 16:26:23 +0000 http://claudiastritof.com/?p=1497 Un uomo e una donna, amici e amanti, affetto e condivisione.

Questi gli ingredienti fondamentali di una storia d’Amore, quella tra Samantha e Theodore. Unico inconveniente: lei non ha un corpo, ma è un sistema operativo di ultima generazione, l’OS1.

Un amore che sembrerebbe impossibile, ma che  trascende a tal punto da diventare reale.

La storia è quella del film Her di Spike Jonze, e nel monologo finale, Theodore scrive una lettere alla sua ex moglie: “Cara Catherine, sono stato qui a pensare a tutte le cose per cui vorrei chiederti scusa. A tutto il dolore che ci siamo inflitti a vicenda. A tutte le cose di cui ti ho incolpato. A tutto ciò che volevo che tu fossi o dicessi. Mi dispiace per tutto ciò. Ti amerò sempre perché insieme siamo cresciuti. mi hai aiutato a farmi diventare chi sono. Voglio solo che tu sappia… che dei frammenti di te resteranno per sempre in me. E di questo te ne sono riconoscente. Qualsiasi cosa tu sia diventata e ovunque tu ti trovi nel mondo. Ti mando il mio amore. Sarai mia amica per sempre. Con amore, Theodore”.

Guardando il film mi sorgono numerosi dubbi poiché un rapporto tra due persone reali presuppone condivisione, crescita e scambio di affetto e sentimento, in poche parole empatia, che scaturisce solo nel momento in cui ci si avvicina a qualcuno, si accarezza o semplicemente avviene uno scambio di sguardi.

Ripensando al film e alle sensazioni che mi ha trasmesso, la mente è andata a un portfolio visto al MACRO di Roma di Fulvio Ambrosio, classe ’86, con la serie 1:1.

Il fotografo sul suo sito afferma: “Mescolo la mia fotografia con i miei studi sulla psicoanalisi e le relazioni. Si tratta di una situazione sperimentale, insolita, dato che il toccare il volto di una persona è generalmente appannaggio di una relazione intima”.

Sensazioni uniche che mai, anche in un lontano futuro, potremo sostituire con una macchina.

© Fulvio Ambrosio

© Fulvio Ambrosio

Un po’ come l’algoritmo di Facebook che  genera l’album dei ricordi con la frase: “È stato un anno meraviglioso. Grazie di aver contribuito a renderlo tale”.

La domanda sorge spontanea: è giusto che sia una macchina a scegliere le foto, i sentimenti e che mi dica come è stato il mio anno?

Il mio non è stato un buon anno e allora perché Facebook non l’ha capito?

La risposta è semplice ed è chiara a tutti, semplicemente perché Facebook è un programma, le tecnologie sono tecnologie e la carezza di una sorella, dell’amato, della madre, di un amico non può essere sostituita in nessun modo.

Sensazioni diverse che cambiano nel tempo, in ogni istante e con ogni persona che incontriamo sulla nostra strada.

Con alcuni amici condividiamo tutto, con altri siamo più distaccati. Rapporti che possono far bene, come anche far male ma in qualunque caso sono doni, scambi e condivisioni, piccole parti dell’altro che porteremo sempre con noi. Film, fotografia e vita continuano a ribadirlo, in un continuum di sensazioni e riflessioni.

Testo di ©Claudia Stritof. Tutti i diritti riservati

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Rosa, 2012. © Fulvio Ambrosio

Rosa, 2012. © Fulvio Ambrosio

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