A Pavia presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria, la mostra Fernanda Pivano e Fabrizio De André. Ricordi tanti e nemmeno un rimpianto, rende omaggio alla grande amicizia fra la scrittrice Nanda e il cantautore Faber, e al loro duplice legame con il capolavoro della letteratura americana l’Antologia di Spoon River, dello scrittore Edgar Lee Masters, che proprio quest’anno compie cento anni.
C’era Frank Drummer, il matto del villaggio, Selah Lively, il giudice basso di statura, Wendell P. Bloyd, il blasfemo che accusò pubblicamente Dio di menzogna, Francis Turner, morto per amore, Trainor, il «miscelatore di sostanze chimiche» e Il suonatore Jones. Questi sono solo alcuni degli abitanti della Spoon River. Edgar Lee Masters per la composizione dei suoi epitaffi prese ispirazione dall’Elegia scritta in un cimitero campestre dell’inglese Thomas Gray e dagli epigrammi greci dell’Antologia Palatina, dando vita dal 1914 a 244 versi in forma di epigrafe, pubblicati sulla rivista Mirror con lo pseudonimo di Webster Ford prima, e dal novembre 1915 con il suo vero nome. L’Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie d’inestimabile bellezza, che dalla sua pubblicazione non ha mai smesso di affascinare, grazie al linguaggio scarno che rivolge l’attenzione alla quotidianità del vivere, «brucianti confessioni di uomini e donne che attraverso la memoria riesumano la dannazione, il patetico o la miseria della loro vita». Personaggi meravigliosamente caratterizzati da Edgar Lee Masters, che naturalmente non potevano non affascinare la Pivano e De Andrè, l’una traducendo le poesie e l’altro prendendone ispirazione per l’album Non al denaro non all’amore né al cielo, del 1971.
La mostra presso il Salone Teresiano è un racconto di fortunati incontri artistici: il primo quello di Fernanda Pivano, ancora allieva del Liceo classico D’Azeglio di Torino, col suo insegnante Cesare Pavese, il quale alla domanda su quali fossero le differenze tra la letteratura inglese e quella americana consegnava alla giovane l’Antologia di Spoon River. La Pivano, affascinata da quelle poesie, così amare e ironiche al tempo stesso, iniziò a tradurle, senza mostrarle a nessuno per molti anni, fino a che Pavese le lesse e decise di proporle alla casa editrice Einaudi, che le pubblicò nel 1943. In una delle lettere conservate presso l’Archivio storico della Fondazione Corriere della Sera, che custodisce le carte di Fernanda Pivano, Pavese scriveva: «l’inverosimile è avvenuto», perché sotto il regime fascista, la letteratura americana era fortemente osteggiata, ma per un mero, e fortunato errore, l’opera veniva pubblicata e Nanda, purtroppo, arrestata perché quel libro «parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare».
La seconda storia riguarda Fabrizio De André, che intervistato nel 1971 da Nanda, diceva: «avrò avuto diciott’anni quando ho letto Spoon River. Mi era piaciuto, forse perché in quei personaggi trovavo qualcosa di me. Nel disco si parla di vizi e virtù: è chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo».
Dell’album Non al denaro non all’amore né al cielo purtroppo rimane solo un frammento manoscritto de Il suonatore Jones, esposto in mostra, insieme ad autografi di altre canzoni in cui il cantautore ha ritratto: Il Pescatore, Marinella, Bocca di Rosa e Il Gorilla, che accompagnano idealmente il visitatore tra documenti, scritti e fotografie. Oltre a questi preziosi documenti, è possibile vedere la prima edizione dell’Antologia, grazie al prestito della Biblioteca Civica Bonetta di Pavia, fotografie che ritraggono la Pivano con celebri letterati americani, come Allen Ginsberg e Charles Bukowski, commovente è la copertina del disco con la dedica di Faber ai genitori, le foto in sala incisione pubblicate nei libri di Guido Harari e la fotografia da lui scattata la quale ritrae Faber e Nanda in un tenero abbraccio. Inoltre spartiti originali, dischi d’epoca, rassegne stampa e scatti di diversi artisti che ispirandosi a questi capolavori hanno dato vita a interessanti serie fotografiche come Spoon River a Central Park di Anna Venturini.
Articolo di Claudia Stritof pubblicato su Juliet art magazine (2 maggio 2015)
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Fernanda Pivano e Fabrizio De André.
Ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.
Biblioteca Universitaria di Pavia, Strada Nuova, 65
10 marzo – 25 maggio 2016
www.paviaperdeandre.it
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