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Peggy Guggenheim: una donna fuori dagli schemi
16.08.2016

Sono molte le donne che con coraggio e grande acume hanno avuto la forza di sovvertire le regole imposte dalla società a costo di sembrare spregiudicate. Una di queste è stata Peggy Guggenheim che con la sua “genuina follia” ha lasciato un segno indelebile nella storia contemporanea.

Nota ereditaria americana, Peggy si sposa giovanissima con il pittore Laurence Vail con il quale inizia un lungo percorso di crescita e conoscenza che la porta a cambiare radicalmente vita trasferendosi a Parigi. In questa città la Guggenheim vede emergere in totale libertà la sua stravagante personalità, stringendo intensi rapporti d’amicizia con letterati e artisti bohémien come Constantin Brâncuși, Samuel Beckett e Marcel Duchamp. In particolare è quest’ultimo a indirizzare la passione di Peggy verso l’arte d’inizio Novecento e a catapultarla nell’effervescente mondo artistico parigino. Per la Guggenheim quelli francesi sono anni felici, se pur destinati a durare poco a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale dalla quale è costretta a fuggire a causa delle sue origini ebraiche.

«A Marsiglia […] la moglie di Tanguy, Kay Sage, mi ha mandato un telegramma chiedendomi se ero disposta a pagare il viaggio di cinque artisti importanti […] Era molto complicato e un po’ pericoloso ma alla fine ci riuscì», con queste parole Peggy ricorda come fu effettivamente lei a portare in salvo alcuni artisti europei e le loro opere, infatti suoi erano i capolavori di Duchamp, Leger, Picabia, Dalì e del futuro marito Max Ernst, artisti che il regime nazista aveva definito “degenerati”. Per la prima volta i Surrealisti sbarcano in America, Peggy diventava la madre putativa degli europei facendoli esporre nella sua galleria Art of this Century, e accanto a loro un artista statunitense stava per diventare il protetto della giovane ereditiera: Jackson Pollock. Nasce l’Espressionismo astratto e la Guggenheim diventa la massima sostenitrice del gruppo, attirando su di sé aspre critiche, rafforzate dal recente divorzio con Ernst, tanto che la mostra degli americani viene interpretata come una vera e propria sfida al Surrealismo.

Nel 1948 Peggy viene invitata alla XXIV Biennale di Venezia per esporre al pubblico la sua straordinaria collezione che vede gli uni accanto agli altri artisti del calibro di Brâncuși, Giacometti, Kandinsky, Picasso, Mark Rothko, Arshile Gorky e naturalmente Pollock. Venezia affascina così tanto Peggy che decide di acquistare Palazzo Venier dei Leoni per trasferirsi definitivamente sul Canal Grande, per lei la città lagunare è un sogno a occhi aperti che solo con il trascorrere del tempo si trasforma in una prigione dorata, «il luogo adatto per venire a morire», immerso in una meravigliosa «sensazione di pace che accompagna la morte». Parole vere che denunciano una triste verità d’impotenza di fronte a un mondo che forse non era ancora pronto ad accogliere una donna così innovativa, soprattutto negli anni della ricostruzione post-bellica, quando miseria e disperazione erano il principale problema dell’Italia. Una donna dal grande carisma in questi mesi celebrata con la mostra Peggy Guggenheim in Photographs, curata da Živa Kraus presso la Ikona Gallery di Venezia e realizzata in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim, per il cinquecentesimo anniversario della nascita del Ghetto della città.

Man Ray (1890–1976) Peggy Guggenheim Parigi / Paris, ca. 1924 Stampa alla gelatina d’argento (cartolina) / Gelatin silver print (carte postale) Solomon R. Guggenheim Foundation, Venice Gift, Carla Emil and Rich Silverstein, 2011 © Man Ray Trust
Man Ray, Peggy Guggenheim, Parigi / Paris, ca. 1924. Solomon R. Guggenheim Foundation, Venice. Gift, Carla Emil and Rich Silverstein, 2011 © Man Ray Trust

L’esposizione si compone di 21 scatti realizzati dai più grandi artisti a lei contemporanei e da amici fidati come Man Ray che la raffigura con il bellissimo abito di Paul Poiret nel 1925, Berenice Abbott che invece la coglie giovane e speranzosa a Parigi, Rogi André che la raffigura in un abito futurista di Elsa Schiaparelli proprio nell’appartamento di Key Serge, mentre Peggy è raggiante con indosso l’abito di Mariano Fortuny nella foto di Ida Kar. Ma i fotografi che l’hanno immortalata sono tanti e nell’esaustiva mostra alla Ikona Gallery è possibile ammirare anche le immagini di Gianni Berengo Gardin, George Karger, André Kertész, Nino Migliori e molti altri artisti, che la raffigurano a lavoro, in atto di allestire una mostra o in momenti della sua vita privata. La mostra Peggy Guggenheim in Photographs è uno spaccato vivido e profondo nella vita di colei che forse più di tutti ha contribuito a cambiare la storia dell’arte del Novecento, perché Peggy è stata, sì, una collezionista lungimirante ma prima di tutto è stata una donna determinata con le sue gioie, i suoi dolori e i suoi amori.

Articolo di Claudia Stritof per Juliet art magazine (luglio 2016)

***

Peggy Guggenheim in Photographs
Ikona Gallery, Venezia
10 giugno – 27 novembre 2016
www.ikonavenezia.com
www.guggenheim-venice.it

Hermann Landshoff (1905–1986) Peggy Guggenheim e un gruppo di artisti in esilio / Peggy Guggenheim with a Group of Artists in Exile New York, 1942
Hermann Landshoff (1905–1986)
Peggy Guggenheim e un gruppo di artisti in esilio / Peggy Guggenheim with a Group of Artists in Exile
New York, 1942

 TRAME INTERDISCIPLINARI

Peggy Guggenheim è stata molto più di una collezionista d’arte: è stata una donna coraggiosa, libera e fuori dagli schemi, capace di cambiare il destino dell’arte contemporanea. Il suo percorso offre spunti per collegamenti interdisciplinari profondi e stimolanti. Attenzione, puoi trovarne molti altri! Ricerca e saranno subito chiari!

• Storia
Peggy visse tra le due guerre mondiali e fu costretta a fuggire dall’Europa a causa delle sue origini ebraiche. Salvò opere e artisti che il regime nazista definiva “degenerati”, contribuendo così alla salvaguardia della cultura europea durante un’epoca buia.

• Arte
Con la sua galleria Art of This Century e poi con la sua collezione a Venezia, Peggy sostenne movimenti fondamentali come il Surrealismo e l’Espressionismo astratto. Lanciò artisti come Jackson Pollock e valorizzò figure come Kandinsky, Picasso e Rothko.

• Geografia
Da New York a Venezia, passando per Parigi, la vita di Peggy è un viaggio attraverso capitali dell’arte e della cultura del Novecento.

• Italiano / Educazione civica
Peggy rappresenta un modello di libertà femminile, in un tempo in cui le donne erano spesso relegate a ruoli marginali. La sua biografia è uno spunto per riflettere su parità di genere, diritti umani e valore dell’indipendenza personale.

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Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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