Anaïs Nin nasce il 21 febbraio 1903 a Neuilly-sur-Seine, sotto il segno dei Pesci. È stata molto più di una scrittrice: era un’amante instancabile, una sognatrice lucida, una bambina realista e un vulcano di emozioni.
Figlia della cantante Rosa Culmell e del pianista Joaquin Nin, Anaïs viene abbandonata dal padre a soli 11 anni, quando lui decide di dedicarsi esclusivamente alla carriera musicale. Questo trauma diventa l’origine del suo celebre Diario, inizialmente concepito come una lunga lettera mai spedita al padre:
“Voglio descriverti, papà caro, ciò che sto vedendo durante questo stupendo viaggio. Potrò così avere l’illusione che tu sia qui con me e che tu stia guardando le cose coi miei occhi.”

Trasferitasi con la madre e i fratelli a New York, Anaïs studia danza spagnola. Nel 1923, a soli vent’anni, sposa Hugh Parker Guiler, bancario e aspirante regista. Ma il matrimonio si rivela subito troppo ordinario per il suo spirito romantico e ribelle: Anaïs comincia così una serie di relazioni extraconiugali, seguendo la sua sete di amore e intensità.
Alla fine del 1929 torna a Parigi, città che la conquista con il fermento culturale e artistico dell’epoca. Lì stringe amicizia con intellettuali e artisti, trovando finalmente il suo spazio creativo.
I suoi diari sono oggi considerati tra le opere più affascinanti della letteratura diaristica. Anaïs si racconta senza filtri, come se il foglio fosse uno specchio dell’anima: “questo diario è il kief, il mio hashish, la mia pipa d’oppio. E’ la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni”.
Henry Miller e la passione di un incontro
A Louveciennes conosce Henry Miller. È un incontro magnetico: Anaïs resta subito colpita dalla sua scrittura ruvida, animalesca e potente, ma anche dalla sua vulnerabilità emotiva.
“Mi è piaciuto subito, non appena l’ho visto scendere dalla macchina e mi è venuto incontro sulla porta dove lo stavo aspettando. La sua scrittura è ardita, virile, animale, magnifica […] Era snello, magro, non molto alto. Ha occhi azzurri, freddi e attenti, ma la sua bocca rivela emotiva vulnerabilità”.
Nelle pagine del diario, accanto a Henry, compare anche June Mansfield, moglie di Miller, donna enigmatica e seducente. Con Anaïs, June si mostra fragile e tenera, risvegliando in lei un amore protettivo e intenso.
L’analisi con Otto Rank e il ritorno in America
La Nin intraprende anche un percorso di psicoanalisi con Otto Rank, con cui intreccia una relazione amorosa e professionale. Tuttavia, la loro collaborazione si interrompe per l’eccessiva empatia che Anaïs prova nei confronti dei pazienti.
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale si trasferisce a New York, dove inizia a scrivere racconti erotici su commissione per un collezionista anonimo, che lei definisce “brutalmente apatico”. Anaïs si prende gioco di lui con storie ironiche, al limite della parodia, tanto che la stessa Nin afferma: “pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità”.


Per lei, donna profonda e passionale, era impossibile scrivere storielle senza amore e ardore, per questa ragione scrive una lettera al collezionista: “Caro collezionista, noi la odiamo. II sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico […] Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all’emozione, all’appetito, al desiderio […] Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell’attività sessuale, con l’esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma […] Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica….”.
Da queste poche parole si comprende bene il carattere di Anaïs: una donna che certamente amava l’amore carnale, ma che più di tutto amava l’idea stessa dell’amore puro, incondizionato e sincero, sentimento che traspare in ogni singola parola del suo diario – 150 volumi che contano qualcosa come 15.000 pagine dattiloscritte – oggi custodito nel grande archivio della Special Collections Department della UCLA a Los Angeles.

Anaïs Nin, tra letteratura e cinema
Nel 1986 esce il libro “Henry e June”, che racconta la triangolazione amorosa tra Anaïs, Henry e June. Dal libro è stato tratto anche un film omonimo nel 1990, diretto da Philip Kaufman, con la fotografia suggestiva di Philippe Rousselot.
Anaïs Nin muore il 14 gennaio 1977, lasciandoci un’eredità poetica fatta di parole viscerali, sogni irrisolti e un’intensa celebrazione della vita e dell’amore. I suoi scritti ci ricordano che la bellezza esiste anche nei momenti più piccoli e fugaci, basta solo saperla riconoscere e afferrare.
4 Comments
[…] volta i diari non erano online, ma cartacei ed esclusivamente personali (si pensi ad Anaïs Nin o a quelli di quando si è piccoli, il nostro scrigno dei ricordi), ma con l’avvento delle […]
[…] volta i diari non erano online, ma cartacei ed esclusivamente personali (si pensi a quello di Anaïs Nin o a quelli che scrivevamo alle scuole medie e che custodivamo come in nostro scrigno dei ricordi), […]
Straordinario!!!!!!
Raimondo grazie mille e che la tua luce possa brillare per sempre. Grazie per essere passato “Pittore Illuminato” <3