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“Le sentinelle” di Claudia Gori
Maggio 24, 2019

Serena ha trentotto anni ed è di Verona, sette anni fa le hanno diagnosticato l’elettrosensibilità (EHS) e la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), due patologie poco conosciute, ma che iniziano a essere diffuse anche in Italia, dove si contano almeno seicentomila casi.

A farci rifettere su questo fenomeno è la fotografa Claudia Gori, con il progetto Le Sentinelle, il cui titolo è un chiaro riferimento alle molte persone da lei ritratte, definite così proprio perché considerate coloro che oggi sentono i sintomi di una patologia che un domani potrebbe diventare un fenomeno sempre più diffuso, ovvero l’ipersensibilità ai campi elettromagnetici.

Tra i sintomi che più di frequente sono stati riscontrati vi sono cefalee, insonnia, debolezza, deficit di concentrazione, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, alterazione dell’umore, disturbi uditivi, visivi e dell’equilibrio, il che compromette la qualità della vita di coloro che ne soffrono.

L’OMS, che ancora non ha riconosciuto l’elettrosensibilità come una patologia, nel 2005 ha pubblicato un Promemoria, in cui suggeriva di indicare questi fenomeni come «intolleranza idiopatica ambientale con attribuzione ai campi elettromagnetici», dove veniva anche spiegato come «alcuni soggetti lamentano sintomi leggeri e reagiscono evitando […] i campi, mentre altri sono colpiti in modo talmente grave da abbandonare il lavoro e cambiare interamente stile di vita».

Il progetto di Claudia Gori, realizzato in collaborazione con il giornalista Giacomo Alberto Vieri, proprio in questi giorni è in mostra all’IMP Festival – International Month of Photojournalism a Padova, un festival importante perché permette di conoscere da vicino il mondo del fotogiornalismo, portando alla nostra attenzione storie poco conosciute, alcune più ironiche, altre più tragiche, ma sempre importanti per comprendere i tanti piccoli frammenti di cui è composto il nostro presente.

***

Pubblicato su frizzifrizzi (21 maggio 2019)

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Fotografia  / Press - Collaborazioni di Cult Mag

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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