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Calabria on the road… Lorica e la Sila.
05.09.2016

I primi due giorni di campeggio sono stati intensi e dediti al mare e alla tintarella ma arrivati al terzo giorno decidiamo di esplorare le nostre meravigliose montagne, così vicine alla costa eppur così aspre e selvagge.

Dopo una breve visita alla città di Cirella, per comprare l’indispensabile per la grigliata che avremmo fatto in serata, ripartiamo verso Lorica, nel cuore della Sila Grande.

Già nel 1881 Francesco Lenormant ne La Magna Grecia scriveva «via via che si sale lungo la vallata del Neto, gli aspetti alpestri della natura si moltiplicavano e divengono più grandiosi. Ora sono delle gole desolate e selvagge, racchiuse fra le nude rocce; ora dei pendii rivestiti di verdi preaterie sperse di gruppi di alberi; ora, infine, dei folti boschi dagli alberi giganteschi», ed è così che si è presentata a noi la Sila, un tripudio di vegetazione, rocce spigolose e aria fresca, che dopo il caldo eccessivo dei primi due giorni ha rigenerato i nostri sensi.

Lorica è una cittadina dalle costruzioni piuttosto recenti, visto che per lo più è stata  meta di villeggiatura dopo la realizzazione della diga artificiale, il lago Arvo.

Lorica, 2015

Lorica, Lago Arvo. ©Claudia Stritof. Tutti i diritti riservati.

Appena arrivati ci siamo fermarti alle fontane per riempire le bottiglie d’acqua di montagna freschissima e qui incontriamo il nostro primo esemplare di bullo calabro, che purtroppo non è raro incrociare sulla proprio strada. Fino ad ora ci eravamo rapportati solo con persone belle e gentili per cui a malincuore non ci siamo sconvolti più di tanto. Come si riconosce? Esemplare di classico maschio adulto che pensa di avere il mondo sotto i propri piedi; è la tipologia di uomo che non deve chiedere mai, pensa che basti alzare la voce, fare qualche strana movenza un po’ da orso e dire qualche parola in dialetto stretto per credersi invincibile, chiaramente l’uscita di scena è d’effetto: insulti volanti e corsa in macchina… chiaramente iniziata con una sgommata. Non tutti i calabresi siamo così, lo giuro!

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Lorica, Lago Arvo. ©Mattia Scarfò.

Dopo questo piccolo frangente, finiamo di riempire le bottiglie e davanti a noi il banchetto dei panini! Impossibile rifiutare un panino con la salsiccia in montagna, timidamente uno ad uno ci avviciniamo per la sosta mangereccia, durata poco – troppo poco – ma ormai l’ora era tarda e ancora dovevamo decidere dove montare le tende. Arriviamo giù al lago e, dopo aver fatto due chiacchiere con dei ragazzi che prendevano il sole e altri che andavano in canoa, predisponiamo tutto per la notte.

L’aria era pulitissima, il lago stupendo e la giornata molto bella. Siamo arrivati poco prima del tramonto e lo spettacolo davanti ai nostri occhi è stato unico.

Lorica, Lago Arvo, 2015

Lorica, Lago Arvo. ©Claudia Stritof

A mio avviso, la gioia del cuore sentita a Lorica è stata totalmente diversa rispetto all’aria felice e spensierata sentita nelle località marittime, infatti immersi nella solitudine del lago con intorno solo acqua e abeti abbiamo respirato la tranquillità dell’essere derivata dal suono del vento tra gli alberi e dall’odore della terra e delle foglie umide della notte.

Lorica ci ha regalato molte emozioni soprattutto quando abbiamo finito di preparare tutto e abbiamo iniziato a grigliare, il freddo e l’umidità iniziavano a farsi sentire ma le sensazioni sono state belle: solo noi, il fuoco, l’odore della brace, il suono della chitarra, buon vino e un’infinità di stelle.

Come tutte le cose belle, arriva anche il momento che io definisco alla The Blair Witch Project (film che da piccola mi ha traumatizzata) e all’improvviso, in questo idillio montano, avvistiamo da lontano delle luci che lentamente si avvicinano verso di noi. Provando un po’ di paura, rimaniamo tutti in silenzio e quasi ci scoppiava il cuore, fino a che da lontano dei ragazzi ci urlano di stare tranquilli che erano venuti a salutarci.

The Blair Witch Project a Lorica. ©Mattia Scarfò.

The Blair Witch Project a Lorica. ©Mattia Scarfò.

Due ragazze ed un ragazzo che non sapevano come passare la serata e vedendo delle luci hanno deciso di avvicinarsi incuriositi. Iniziamo a parlare e suonare tutti insieme per un’oretta, ma fattosi tardi posiamo tutto, puliamo e andiamo in tenda uno ad uno…

Il giorno dopo ci svegliamo molto presto e dopo un breve tuffo nel lago freddissimo ripartiamo verso Sersale e le famose Valli Cupe… la Calabria un’incantevole scoperta!

***

Testo e immagini protette da ©Claudia Stritof.

I giorno di viaggio: Calabria on the road… Fiumefreddo Bruzio e Isola di Cirella.

II giorno di viaggio: Calabria on the road… San Nicola Arcella.

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Itinerari d'Arte

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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Comment


CALABRIA ON THE ROAD… Santa Severina e Sersale – CultMag
02.06.2019 at 16:55
Reply

[…] visitati nelle tappe precedenti ovvero, Fiumefreddo Bruzio, Isola di Cirella, San Nicola Arcella, la Sila e Lorica… ma all’appello mancano ancora le ultime tappe: Santa Severina e […]



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