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Jakob Tuggener, il poeta visivo dei contrasti
11.03.2016

Un’anteprima assoluta per l’Italia è la mostra dedicata al fotografo svizzero Jakob Tuggener inaugurata presso gli spazi del MAST – Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia di Bologna, in occasione di Artefiera. Nato a Zurigo nel 1904, Tuggener è stato un fotografo unico nel suo genere, dando vita a un archivio d’immagini di notevole importanza per l’apprezzamento del clima d’inizio Novecento in Europa.

La rassegna, curata da Martin Gasser e Urs Stahel, si configura come duplice esposizione incentrata su due importanti lavori: Fabrik 1933-1953. Poetica e impronta espressionistica nelle immagini industriali e Nuits de bal 1934-1950. I balli nell’alta società elvetica e il lavoro invisibile, attraverso i quali i due curatori hanno voluto porre l’accento sulla poliedricità artistica di Jakob Tuggener, non solo encomiabile fotografo ma un vero “poeta dell’immagine”. Come ha esaustivamente scritto il critico Max Eichenberger: «un singolare alchimista che, pur se in quantità ridotte, è in grado di tramutare il piombo in oro», sottolineando la peculiarità più grande del fotografo svizzero, in qualità di attento osservatore della quotidianità, subito trasposta in poesia visiva grazie alla grande sensibilità fotografica, pittorica e cinematografica.

La serie Fabrik, comprende 150 stampe originali, tratte sia dall’omonimo libro fotografico edito nel 1943, sia da altre immagini di lavoratori catturate in viaggio per il paese. Quella di Jakob Tuggener è un’indagine sociale ad ampio spettro sui lavoratori dell’industria bellica in Svizzera durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale che, oltre a ripercorrere la storia dell’industrializzazione del suo paese, pone importanti interrogativi sul «potenziale distruttivo del progresso tecnico indiscriminato il cui esito, secondo l’autore, era la guerra in corso, per la quale l’industria bellica svizzera produceva indisturbata». Da questa sezione dedicata al mondo dell’industria – e in qualche modo più attenta ai temi sociali quali il lavoro, la guerra e le condizioni di vita degli operai – il percorso espositivo prosegue sotto forma di proiezione, con la serie Nuits de bal. Scatti seducenti in cui i soggetti sono donne e uomini dell’alta società elvetica intenti a danzare per tutta la notte sulle note di un pianoforte in una sala da ballo.

Senza mai tradire la sua natura indagatrice, il fotografo ancora una volta esplora la società nel suo complesso e con assoluta naturalezza ne coglie gesti e movenze che sembrano scorrere sugli schermi come fossero un film muto. Da subito si percepisce il clima di festa emanato da questi luoghi: la purezza dei cristalli e delle sete bianche, la sensualità delle schiene nude e la morbidezza dei pellicciotti indossati dalle eleganti signore, come anche l’ilarità e la gaiezza del momento. Ma ciò che non sfugge è ancora una volta il contrasto tra questi sfarzosi elementi e la compostezza dei lavoratori invisibili – musicisti, camerieri, cuochi, maître e valletti – che per tutta la notte vegliano silenziosamente sugli ospiti. Il poeta della «seta e delle macchine» come Tuggener stesso ebbe modo di affermare, in cui gli opposti diventano un modo di guardare la realtà e di viverla intensamente «senza mai tralasciare le sfumature più tenui tra i due poli».

Questa su Jakob Tuggener è una mostra importante, un racconto visivo narrato dallo sguardo partecipe e mai disinteressato del fotografo, grazie al quale ci è stato tramandato il ritratto di un’epoca drammatica, del ventennio da lui vissuto. La mostra promossa dalla Fondazione MAST è realizzata in collaborazione con la Fondazione Jakob Tuggener di Uster e la Fondazione Svizzera per la fotografia di Winterthur.

Articolo di Claudia Stritof pubblicato su Juliet art Magazine (7 marzo 2016)

***

Jakob Tuggener
MAST, via Speranza 40-42, Bologna
27 gennaio 2016 – 17 aprile 2016
www.mast.org

Ballo ungherese, Grand Hotel Dolder, Zurigo, 1935 © Jakob Tuggener Foundation, Uster

Ballo ungherese, Grand Hotel Dolder, Zurigo, 1935 © Jakob Tuggener Foundation, Uster

Lavoro in caldaia 1935 © Jakob Tuggener Foundation, Uster

Lavoro in caldaia 1935 © Jakob Tuggener Foundation, Uster

15.TUGGENER Facciata fabbrica Oerlikon_1

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Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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