Immaginate di spegnere la luce elettrica e di entrare in una grotta. L’aria è fresca, un po’ umida, e il terreno sotto i piedi è irregolare. Davanti a voi, le pareti si animano di figure che sembrano prendere vita. Ci sono bisonti, cavalli, cervi, rappresentati con un realismo sorprendente. Alcuni sono in movimento, altri sono fermi, come se stessero osservando voi che li guardate. È incredibile pensare che queste immagini siano state create decine di migliaia di anni fa, con strumenti semplici e pigmenti naturali. Ogni linea, ogni colore, è un messaggio: racconta storie di caccia, di sopravvivenza, ma anche di spiritualità e sogni condivisi da intere comunità.

Ora, immaginate di camminare in una città moderna. I muri dei palazzi si trasformano in tele immense. Keith Haring ha riempito le strade di figure stilizzate, linee che sembrano danzare e saltare, e colori vivaci che catturano lo sguardo immediatamente. Non ci sono parole, ma ogni immagine comunica emozioni forti e universali: la gioia, l’amore, la lotta per i diritti, la vita stessa.

Banksy, invece, ci sorprende con murales che fanno riflettere. Una bambina che lascia volare un palloncino rosso, una sedia sospesa nel vuoto: immagini semplici, potentissime, che raccontano storie e provocano domande sul mondo che ci circonda.
Se guardiamo più da vicino, le somiglianze tra queste due forme d’arte diventano evidenti. Le mani impresse nelle grotte, le figure di animali stilizzate e i segni geometrici non erano solo decorazioni: erano simboli universali, messaggi che chiunque poteva capire.
Nella street art, le forme semplici e i simboli grafici hanno la stessa funzione. Keith Haring, con le sue figure dinamiche, comunica immediatamente un senso di movimento e vita, proprio come i bisonti dipinti sulle pareti di Lascaux. Anche l’artista italiano Ozmo mescola simboli storici e riferimenti preistorici con la cultura urbana contemporanea, creando un ponte invisibile tra passato e presente.

Nel 2005, Banksy realizzò un’opera provocatoria sul muro di separazione tra Israele e Palestina, noto anche come “West Bank Wall”. L’immagine ritrae una colomba, simbolo universale di pace, ma con un’ironia amara: la colomba è vestita con un giubbotto antiproiettile e ha un bersaglio rosso sul petto. Questo contrasto tra il simbolo di pace e l’equipaggiamento bellico sottolinea la vulnerabilità della pace stessa in un contesto di conflitto. L’opera si trova a Betlemme, una città simbolo del conflitto israelo-palestinese, e fa parte di una serie di graffiti che Banksy ha realizzato lungo il muro, utilizzando l’arte come forma di resistenza e denuncia. La “Colomba Corazzata” è diventata uno dei simboli più riconosciuti della street art impegnata politicamente, dimostrando come l’arte possa essere un potente strumento di comunicazione e cambiamento.
Camminare tra questi muri e pareti è un’esperienza che stimola la riflessione. Davanti a una pittura rupestre, possiamo chiedere: perché l’artista ha scelto proprio quell’animale? Che significato aveva per la comunità? Allo stesso modo, davanti a un murale di Banksy possiamo chiederci cosa stia comunicando, perché abbia scelto quell’immagine e quali emozioni voglia suscitare in chi osserva. L’arte diventa un dialogo: non importa quando sia stata creata, parla ancora oggi, e ci invita a fermarci e riflettere.
È interessante notare come lo spazio stesso giochi un ruolo fondamentale. Le grotte preistoriche erano luoghi condivisi, dove la comunità si radunava, guardava le pareti e si confrontava con le immagini. I muri delle città moderne svolgono una funzione simile: spazi pubblici in cui chiunque può leggere, interpretare e lasciarsi coinvolgere dall’arte. Non c’è distanza tra chi crea e chi osserva: l’arte diventa immediatamente accessibile e parte della vita quotidiana.

E allora possiamo provare a immaginare noi stessi come artisti. Se fossimo nella preistoria, quale animale dipingeremmo sulla parete della grotta? E oggi, quale messaggio lasceremmo su un muro della città? L’esercizio non è solo creativo, ma anche riflessivo: ci aiuta a capire l’importanza di comunicare idee e emozioni, di usare le immagini per raccontare storie universali che possano parlare anche a chi verrà dopo di noi.
L’arte, in fondo, è un filo invisibile che lega passato e presente. Ci insegna che, pur cambiando strumenti, tempi e luoghi, il bisogno umano di esprimersi e condividere esperienze resta lo stesso. Le pitture rupestri ci parlano attraverso la loro semplicità e potenza visiva, i murales contemporanei ci parlano attraverso simboli e colori moderni, e insieme ci raccontano una storia senza tempo: quella dell’uomo che sente il bisogno di lasciare un segno, di raccontare chi è e cosa vede nel mondo.
Entrare in una grotta o camminare per le strade della città diventa così un’esperienza di scoperta e di dialogo, un invito a guardare, ascoltare e riflettere. E forse, camminando tra questi segni del passato e del presente, ci renderemo conto che ogni immagine, ogni colore, ogni simbolo, è un piccolo ponte tra noi e chi ci ha preceduto, e tra noi e chi ci seguirà.

Riferimenti utili per approfondire:
- The Graffiti of the West Bank Barrier in Bethlehem – Articolo in inglese che esplora i graffiti presenti sul muro di Betlemme, inclusi quelli di Banksy.
- Banksy e la rivoluzione dell’arte – Un approfondimento in inglese sul ruolo di Banksy nell’evoluzione della street art come forma di espressione politica.
- Banksy: Wall and Piece – Un libro che esplora l’opera e il pensiero di Banksy.
- Arte primitiva. Spiritualità, bellezza e libertà – Libro che analizza l’arte preistorica e la sua connessione con la spiritualità.
- Open Prehistory: Portale dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, offre materiali e contenuti digitali sulla preistoria.
- Google Art & Culture: pagina dedicata alla Street Art con diversi approfondimenti, mostre online e immagini.
Video approfondimento:
- “Italia: viaggio nella bellezza – I paesaggi della preistoria“: Un viaggio attraverso i principali siti preistorici italiani, con focus su incisioni e pitture rupestri.
- HUB Scuola: La preistoria (video breve di ripasso).
- “Metropolis – Urban Art Stories“: Una serie che esplora la street art in diverse città italiane, intervistando artisti e analizzando le loro opere.
- “Art Night 2023 – Muri e Murales“: Un documentario che racconta la street art a Roma, con interviste a giovani artisti e analisi delle loro opere.
- RaiPlay – Street Art Mania: Una collezione di video che esplorano la street art, le sue origini e i suoi protagonisti.
- “Exit Through the gift shop“ (DVD): Thierry Guetta, un regista francese con sede a Los Angeles, riesce a entrare in contatto con il famigerato artista di strada di nome Banksy, e nel tentativo di registrare le sue imprese, si trasforma nel fenomeno conosciuto come ‘Mr. Brainwash’.
Ripasso:
- Esercitati con Wordwall, LearningApps.
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