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Il nuovo libro di Taschen dedicato a Charlie Chaplin
30.12.2015

Un uomo e una donna sono seduti sul ciglio della strada, lei piange per la paura di un futuro incerto mentre l’uomo che le sta accanto la consola, i due si alzano e sulle note della canzone Smile, si incamminano mano per la mano su una lunga strada che li porterà in luoghi sconosciuti ma forti del loro amore e del loro coraggio.

Il film è Tempi Moderni, diretto e interpretato da Charlie Chaplin e questo è solo uno dei celebri the end in cui la speranza e l’amore verso la vita trionfano, nonostante le molte disavventure che il protagonista Charlot è costretto ad affrontare.

Con il raffinato volume fotografico The Charlie Chaplin Archives, la casa editrice Taschen celebra il mito del grande attore e cineasta. Un ritratto complesso quello che Paul Duncan, curatore del volume, ha voluto tratteggiare di Chaplin attraverso la trascrizione di copioni mai pubblicati, storyboard, promemoria, interviste e ben 900 immagini tra fotogrammi inediti, scatti dal set e poster.

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Chaplin nel film Charlot al pattinaggio (1916). © Roy Export Company Establishment.

Charlie Chaplin come il suo personaggio il Vagabondo sapeva bene cosa fosse la povertà provenendo da una famiglia di umili origini: il padre, un attore di music hall, muore precocemente di alcolismo non prima di aver abbandonato la famiglia, mentre la madre viene ricoverata in un manicomio in seguito ad una crisi di nervi cosicché i due bambini Charlie e Sydney sono costretti a crescere in istituti per orfani.

Un’infanzia di dickensiana memoria che porta i due ragazzi a seguire le orme professionali dei genitori, iniziando fin da piccoli una durissima formazione nel mondo del varietà. La vera fortuna di Charlie Chaplin inizia con la compagnia di Fred Karno, diventando la punta di diamante del gruppo grazie ai suoi sketch comici, ma la fama internazionale arriva quando viene scritturato dalla compagnia cinematografica Keystone.

Chaplin alle prese con il trucco di scena durante le riprese del film La febbre dell’oro (1925). © Roy Export Company Establishment.
Chaplin alle prese con il trucco di scena durante le riprese del film La febbre dell’oro (1925). © Roy Export Company Establishment.

Il celebre personaggio da lui inventato il Vagabondo, che molto deve al suo triste passato familiare, è un uomo umile ma gentile, piccolo di statura, dalla gestualità dolce ma impacciata. I suoi abiti sdruciti e striminziti sono sempre portati con dignità ed eleganza, come la piccola bombetta sollevata con signorilità di fronte al volto angelico di una bella ragazza, il bastoncino in bambù, i baffetti definiti e impeccabili simbolo della sua vanità e non ultime per importanza, la stretta giacchetta e le grandi scarpe.

The Charlie Chaplin Archives è un libro unico nel suo genere, un racconto appassionante, ricco di contenuti e approfondimenti, che da voce a molti documenti personali fino ad oggi rimasti inediti, ma non è tutto perché per impreziosire un’opera già così imponente, la prima tiratura di 10.000 copie include al suo interno un ritaglio di 12 fotogrammi di Luci della città (1931). Distribuito in Italia da Logos Edizioni, il volume raccoglie i copiosi documenti diligentemente scansionati dalla Cineteca di Bologna e provenienti dalla Chaplin Archives Property.

Articolo scritto per la rivista The Mammoth’s Reflex

Studi per l’abbigliamento del personaggio Calvero nel film Luci della ribalta (1952). © Roy Export Company Establishment.
Studi per l’abbigliamento del personaggio Calvero nel film Luci della ribalta (1952). © Roy Export Company Establishment.

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Fotografia e Cinema  / Scaffale digitale

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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