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Youth Codes: 40 anni dalla nascita del Punk
11.03.2016

Il 18 marzo alla Matèria Gallery di Roma inaugura la mostra Youth Codes, a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano. Un’esposizione che rende omaggio al Punk e ai suoi 40 anni, mettendo a confronto due serie fotografiche: Punks di Karen Knorr e Olivier Richon e Colossal Youth del fotografo tedesco Andreas Weinand.

La prima serie Punks è stata realizzata negli anni tra il 1976 e il 1977 a Londra, dove i due artisti Karen Knorr e Olivier Richon, ancora studenti presso il Polytechnic of Central London, hanno documentato da vicino l’emergente scena punk che gravitava intorno ai famosi clubs londinesi come il Roxy di Covent Garden e Global Village di Charing Cross. Un’occhio indiscreto, il loro, che con un «approccio talvolta più formale rispetto ad altri lavori dedicati alla cultura punk», si propone l’intento di evidenziare e rendere manifesti i simboli della nascente subcultura.

Dalla serie Punks, Untitled 1990. © Karen Knorr e Olivier Richon.

La seconda serie, intitolata Colossal Youth è stata realizzata dal fotografo tedesco Andreas Weinand, tra il 1988 e il 1990 a Essen in Germania. Il fotografo ritrae la gioventù tedesca e l’influenza che il punk ha avuto nella società, a dieci anni di distanza dalla prima importante ondata di ribellione. Le sue foto a colori, sono uno spaccato sull’esistenza umana: ragazzi che si svagano al mare facendo la verticale, ragazzi che si perdono nelle proprie elucubrazioni mentali e ancora giovani che esprimono rabbia, gioia e noia, mentre festeggiano, litigano o dormono. Ciò che Andreas Weinand cattura è la quotidianità del vivere nel suo contesto socio-culturale, raccontata con uno stilo diaristico, mai distaccato e sempre partecipe.

Le immagini della mostra Youth Codes sono intime e delicate, non hanno alcuna pretesa di giudicare, ma al contrario la voglia di far capire in profondità un fenomeno importante, come lo è stato quello del punk. Una storia lunga 40 anni che ha inizio negli Stati Uniti, quando sul palco del CBGB’s suonano Richard Hell, i Ramones e i Television, mentre Legs McNeil e John Holmstrom fondano la fanzine Punk, rivista che diventa la portavoce ufficiale della fervida vita musicale e artistica newyorchese.

In questi anni a New York c’e anche Malcom McLaren, manager per un breve periodo dei New York Dolls, che una volta tornato a Londra nel 1975 decide di aprire, con la sua compagna di allora Vivianne Wastwood, la boutique SEX. Il negozio in breve tempo viene frequentato da musicisti e giovani, i quali vanno da McLaren per passare il loro tempo parlando di musica. E’ qui che si formano i Sex Pistols, ed è qui che nasce la moda delle t-shirt strappate, giubbotti in pelle, e jeans logori con catene e borchie.

Dalla serie Colossal Youth, Olli, Gero+Andre, 1990, Soccer World Championship. © Andreas Weinand

E’ il 1976, Londra registra alti tassi di disoccupazione giovanile e la crisi economica dilania il paese, i ragazzi si ribellano ad una società austera e conservatrice, in questo clima si propaga il punk, cultura etichettata dai mass-media come pericolosa e sovversiva mentre i ragazzi definiti «individui annoiati o aggressivi, figure irriverenti» e scapestrate.

Oltre ai già citati Sex Pistols, nascono i Damned, i Clash e le Slits, il punto di ritrovo sono i concerti, dove il più delle volte avvengono risse e scazzottate, le canzoni sono urlate al microfono e i suoni sono sporchi. In poche parole, è la nascita del Punk!

La mostra Youth Codes alla Matèria Gallery ci permette di ripercorrere tutto questo, indagando non solo la nascita del punk londinese, ma anche mostrando gli effetti e gli sviluppi che questo importante fenomeno culturale e sociale ha avuto nel tempo.

Testo a cura di Claudia Stritof.

***

Youth Codes

Matèria Gallery, via Tiburtina 149, Roma

18 marzo – 28 aprile 2016

contact@materiagallery.com

www.materiagallery.com

 

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Fotografia e Cinema  / Recensioni e Mostre

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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