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“Per quanto tempo è per sempre? “A volte, solo un secondo”!
13.09.2016

Credo che a lavoro si debba mantenere sempre un certo distacco rispetto alla propria vita privata, ma alcune volte è difficile non far trasparire i propri stati d’animo. I pensieri sono troppi e il tempo per fermarsi ad ascoltarli è troppo poco rispetto a quello che si desidererebbe, uno strano paradosso esistenziale sul come scoprire se stessi attraverso ricordi passati.

Ho sempre amato i compleanni ed in particolare quelli delle persone a me care perché mi permettono di sbizzarrirmi nei regali scemi, fare cose banali e sdolcinate come svegliare con un fiore la persona che mi sta accanto, preparare una colazione particolare o una fonduta di cioccolato dove immergere tutti i frutti possibili… Mi piace che la persona a cui voglio bene in quel momento possa essere felice per un gesto che, alla fin dei conti, è insignificante ma che in realtà diventa un ricordo eterno.

Coincidenza vuole che nell’oroscopo di questa settimana Brezsnsy affermi: “Ti lancio un ultimatum, Pesci: nel giro delle prossime 144 ore pretendo che tu sia almeno il 33 per cento più felice. Il 50 per cento sarebbe anche meglio. In qualche modo devi scoprire quello che puoi fare per aumentare il tuo benessere e per goderti di più la vita” e l’astrologo suggerisce ai pesciolini depressi di individuare “i quattro ricordi più piacevoli” che si posseggono e riviverli nella propria fantasia.

In questi giorni, volente o nolente, mi sono dedicata molto ai miei ricordi, non so dire se questi siano i più felici, ma sono ricordi belli e anche banali di una vita trascorsa insieme a mia sorella.

Da piccole, essendo lei la sorella maggiore, era l’addetta alla preparazione della merenda: cracker con lo zucchero, il mio spuntino preferito! Poi, quando siamo diventate grandi, i cracker sono stati sostituiti con i tramezzini al tonno, che invece era mio compito preparare. Lei puntualmente mi diceva: “Come li fai tu nessuno! Però, mamma mia quanto sei lenta!” Mi faceva ridere un sacco quando pronunciava questa frase, e mi fa sorridere ancora oggi, visto che la mia lentezza da bradipo nel preparare i tramezzini non è mai cambiata.

Oggi avremmo festeggiato i trent’anni di sister, trenta incredibili anni di forza e bellezza! Un ricordo che sicuramente si sarebbe aggiunto a quelli passati. Mi piacerebbe essere contenta, ma purtroppo non lo sono, fondamentalmente perché non si può essere felici di qualcosa che non si può condividere con chi vorresti. Dentro si ha sempre un magone che, inesorabilmente, fa riflettere sul tempo che passa e soprattutto sul tempo che è passato senza di lei.

Era un 13 settembre di tanto tempo fa, non ricordo bene l’anno ma eravamo molto piccole: tornavamo di corsa alla sua festa di compleanno organizzata al lido di mio zio, sister cade nella viuzza accanto alle giostrine del mio paese, all’epoca una stradina non asfaltata, e cadendo si fa male. Noi scherzavamo su quella pallina strana che sporgeva dal suo ginocchio: “bleee che schifo, è pus solido”, con quell’ingenuità che solo i bambini hanno. Dopo tanto tempo scopriamo che quella pallina era una pietruzza bianca da togliere subito dal medico. Ma chi se lo sarebbe mai immaginato… per noi era tutto un gioco!

Ieri ho anche ripensato alla festa dei suoi 18 anni, una festa con tutti i suoi amici e compagni di scuola, un classico momento di spensierata felicità. Quel giorno avevamo portato alla festa anche un invitato speciale, un palloncino rosso a forma di cuore con una faccina buffa e di una tenerezza unica, tanto da diventare subito la mascotte della serata…

Quelli che ricordo sono istanti brevi, frammenti e attimi unici che porto nel cuore e che in questi momenti mi fanno sorridere. E allora mi viene in mente Alice quando chiede al Bianconiglio: “Per quanto tempo è per sempre?” e il Bianconiglio risponde: “A volte, solo un secondo!”

Ed è così… L’unica certezza è che non dimenticherò mai quando al suo compleanno tenevamo per mano, come due bambine su tacchi a spillo, un palloncino a forma di cuore con gli occhi grandi, le braccia piccoline e le gambette sgambettanti oppure quando da piccole mangiavamo cracker con lo zucchero sdraiate sul nostro divano rosso come se non ci fosse un domani!

Oggi avremmo sicuramente brindato con un negroni e fatto una bella festa… e allora buon compleanno mia dolce sister!!!

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Life in Progress

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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3 Comments


Strada principale e vie secondarie – CultMag
12.02.2021 at 09:30
Reply

[…] Rivivevo i nostri ricordi d’infanzia e pian piano riaffioravano quelli felici, dimenticando progressivamente la malattia. […]



Farah - Viaggi Nel Cassetto
04.01.2017 at 10:22
Reply

Me lo ricordo bene quel divano rosso, sai?
Ricordo giochi con il Tamagotchi e il GameBoy, ricordo noi sedute ad attaccare figurine e rincorse nel vostro salone immenso per buttarci su questo divano rosso dal lato dello schienale.
Ti mando un forte abbraccio, pieno di ricordi felici e spensierati 🙂

Sasi



    Claudia Stritof
    06.01.2017 at 17:55
    Reply

    Grazie mille Sasi… non sai quanto mi fa piacere. Il tamagotchi ancora ce li devo avere da qualche parte… e a ricordarmi il divano ogni giorno c’e la mia cara ferita sull’occhio fatta proprio sul lato dove dici tu. Quanti bei ricordi, grazie mille Sasi… ti mando un abbraccio infinito <3

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