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Il giorno del tuo compleanno
13.09.2017

… 31 anni. Chissà cosa avresti fatto! Chissà se il tuo sogno si sarebbe finalmente realizzato. Ogni tanto penso e ripenso come sarebbe stata diversa la nostra vita se tu fossi ancora qui!

Tutto ciò che è successo in questi anni non sarebbe mai accaduto: probabilmente avrei seguito un cammino diverso, avrei conosciuto persone diverse e vissuto gli avvenimenti con uno spirito che sicuramente non sarebbe stato quello di oggi. Non sarei qui seduta a scrivere e mamma non avrebbe il volto sempre ammantato di tristezza.

L’altra sera stavo guardando un film, una commedia secondo la poco attendibile guida tv, ma che in realtà era un film drammatico, strappalacrime, quel genere per cui tu mi avresti chiamata “ciangiulina” (italianizzato “quella che piange sempre”).

Benché il film non mi sia molto piaciuto, ciò che mi ha colpito è stata la frase di chiusura, la quale recitava:

“La rabbia e il rancore ti possono sbarrare la strada. Adesso l’ho capito. Bruciano l’aria che respiri, la vita; ti divorano, ti soffocano ma la rabbia è reale. E persino quando non lo è ti può cambiare. Ti modella, ti trasforma in quello che non sei […] Se tutto va bene, un giorno ci si sveglia… e si scopre di non avere paura di affrontare il viaggio”.

Molti possono essere i motivi per cui essere arrabbiati e, in primis quando si perde una persona cara, è la rabbia che si prova verso la vita stessa, quella che ti ha tolto la voglia di sorridere e la voglia di lottare, quella che ti ha lasciato nel cuore solo tanta paura. Paura di vedere le persone accanto a te stare male e vederle soffrire, aver paura di ricominciare e, non ultima, la paura di rimanere sola.

Ti arrabbi perché semplicemente non è giusto e perché non è così che doveva andare. La rabbia ti muta, ti fa isolare, ti fa immaginare cose che non sono vere e che spesso sono dettate solo da timori e pensieri negativi.

Domare la paura è difficile ma è l’unica speranza per ritrovare la forza di vivere la vita come andrebbe vissuta perché, come ben si sa, la vita è una. Non bisognerebbe mai farle prendere il sopravvento, anche quando i giorni felici e spensierati sono talmente pochi che l’unica soluzione sarebbe l’abbrutimento e la tristezza.

La rabbia arriva a singhiozzi, così come il dolore lancinante che si prova in alcuni momenti. Il senso di perdita e di solitudine; la vita che scorre e che muta tutto ciò che sta intorno. Si, perché da quel 2014 tutti siamo cambiati, anche la casa stessa sembra diversa: buia, stanca, scricchiolante e acciacchiata come se qualcosa si fosse spento.

Una sorta di panico momentaneo ti fa riflettere su tutto ciò che hai perso e che non potrai mai più avere; ricominciare è difficile e per questo motivo il più delle volte si va a tentoni, come fanno i bambini nei primi anni di vita; si cerca di capire come vivere in un modo diverso, in spazi che alcune volte sembrano troppi grandi e con abitudini che non sono più tue; si scruta, si riflette e quando l’immobilità bussa alla porta, come un mantra si dovrebbe recitare quella bellissima frase che dice: «non lasciare mai che la paura di perdere ti impedisca di partecipare».

Non voglio fare discorsi sull’amore universale e sulla pace interiore perché questo mondo perfetto non esiste e la vita non è  quella delle fiabe e delle palle di neve: piccoli mondi immersi in un’eterna atmosfera natalizia dove ogni pupazzetto è rinchiuso nella propria prigione di vetro in cui non esistono dolori e tristezze.

La strada è lunga e accidentata e la paura di affrontare il viaggio alcune volte è talmente forte che non permette neanche di iniziarlo… le paure immobilizzano e non si trova il coraggio di attraversare quella «selva oscura» in cui ci si è smarriti. Si cerca la strada, si sbaglia, si torna indietro e si avanti. Si cercano delle certezze passate che inevitabilmente sono mutate, anche le amicizie talune volte non sono più le stesse, capisci che c’e qualcosa di diverso ma non comprendi il motivo. Non so come si faccia, ma immagino che in questa selva ci sia da qualche parte una piccola stradina nascosta che porti ad un cammino concreto. Un sentiero sconosciuto che in alcuni momenti si apre agli occhi come un angolo di pace dai colori luminosi animati da tenui raggi solari.

Io non so come sarebbe stata la mia vita se Mari fosse stata ancora qui, non so cosa lei avrebbe fatto, ma so che ora è così. A febbraio io compirò 30 anni e ancora sto cercando di capire come si vive, lei oggi ne avrebbe compiuti 31 e sarà eternamene ventisettenne.

Non voglio guardare al passato perché questo, se troppo presente, diventa una trappola dalla quale non si riesce ad uscire, semplicemente mi piacerebbe ricordare la bellezza di Mari in questo giorno, che era il suo… Lei che non ha mai avuto paura di affrontare il viaggio da sola e lei che lo ha fatto sempre a testa alta perché animata da una passione travolgente verso la vita e verso tutto ciò che l’ha resa viva… e allora non mi rimane che augurarti buon compleanno mia dolce Sister, sperando prima o poi di trovare la stabilità che  renderà tutti i ricordi passati solo pensieri di felicità.

Day 256
Il giorno di oggi è dedicato alla mia bellissima Sister e al suo compleanno. Tanti auguri Mari.
Marina di Gioiosa Ionica, 13 settembre 2017.

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Life in Progress

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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Elogio dell’es(senza) – CultMag
12.02.2021 at 09:51
Reply

[…] Nel giorno del suo 31° compleanno, capivo di essermi smarrita nuovamente e mi appellavo alla sua sicurezza per ritrovare la via da percorrere. […]



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