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La riscoperta inaspettata: "Gejusa siti la cchjù beja".
Maggio 12, 2015

“Gejusanèja mia, Gejusanèja, di la Gejusa siti la cchjù beja.

Pe’ li bejzzi e lu garbu ch’aviti, di la Calabria la cchjù beja siti.

Pemmu lu dicu forsi non su’ degnu, vu’ siti la cchjù beja di lu Regnu.

E pemmu vi lu dicu chjaru e tundu, vu’ siti la cchjù beja di lu mundu”.

Questi versi sono dedicati a una bella “gioiosana”, una ragazza di Gioiosa Jonica, un piccolo paese situato nella Locride, in provincia di Reggio Calabria.

Visivamente Gioiosa ricorda un presepe, con casine arroccate, che se guadate con attenzione risplendono di antichità e di un passato lontano stratificatosi sotto gli spessi strati di intonaco e di manifesti mortuari impressi sui muri come disegni rupestri su grotte primitive.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Palazzo Amaduri, Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Non voglio raccontarvi la storia del paese, fior fiori di studiosi si sono occupati dell’argomento in modo approfondito, ma preferisco condividere con voi le sensazioni che mi ha regalato la visita al borgo  durante un pomeriggio “diverso”.

Il paese è ben curato, qua e là, si nota qualche busta svolazzante che conferisce al paese l’aria di un borghetto solitario. Ogni tanto si scorge un anziano che cammina con le mani dietro la schiena e che timidamente accenna un saluto con un lieve movimento del capo, una donna con la busta della spesa, oppure una bambina che, uscendo di corsa dall’uscio di casa, urla inaspettatamente un “ciaoooo” sincero, mentre il suono del martello di alcuni operai a lavoro risuona tra le viuzze del borgo.

Torre del castello, Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Durante la mia passeggiata ho visitato il centro Recosol per ammirare il murales di Emilio Fameli su una parete esterna della struttura, il quale illumina la strada come un arcobaleno colorato.

La seconda tappa è stata a Palazzo Amaduri per chiedere la cartina del paese. Da subito abbiamo notato l’accoglienza di chi vi lavora, così come quella del gentile signore, di cui purtroppo non ricordo il nome, che in men che non si dica, si è adoperato per trovare delle mappe e dei dépliant. Non in ultima la disponibilità del giovane sindaco, Salvatore Fuda, che ci ha dato informazioni storiche sul paese, oltre a proporsi come cicerone, giusto per una quindicina di minuti, il tempo di mostrarci i punti nevralgici da ammirare successivamente a piedi.

Palazzo Amaduri, Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Arrivati al castello di Gioiosa Ionica, io e Giuseppe, amico e instancabile amante della Calabria, abbiamo percorso una stradina e siamo giunti alla chiesa Matrice, bellissima con i suoi mattoni a vista e interamente profilata con  lucine “da festa di paese”, alcune mancanti e altre presenti, che la ammantano di un fascino antico.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Iniziamo la discesa verso il paese e da subito si aprono scorci e viuzze piuttosto pittoresche: case disabitate, portoni scardinati, porte chiuse con catene artigianali e vie molto strette, ma lussureggianti di verde e con fiori coloratissimi come se si accedesse all’interno di una serra.

Alle piccole case si intervallano grandi palazzi signorili in cui le facoltose famiglie gioiosane un tempo vivevano, ma che ormai tradiscono la grandezza di un passato molto lontano, forse troppo lontano, perché purtroppo esternamente, molti di essi, sono flagellati dal tempo.

In questo gradevole girovagare per le vie del centro a un certo punto siamo giunti a un giardino recintato con una piccola entrata alla cui sommità vi sono due busti di uomini con elmo. Colti da un’irresistibile curiosità, abbiamo cercato di vedere cosa ci fosse all’interno: il giardino è dominato da una folta vegetazione incolta, da cespugli di asparagi, una piccola scala con quattro gradini e un albero molto alto al centro.

Ancora in giro per il paese altri palazzi antichi e tantissimi portali decorati con bugne, mascheroni mefistotelici e putti con le gote e le sporgenze del viso corrose.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Il meteo non è stato clemente con noi viaggiatori perché dopo aver visitato la chiesa di San Rocco è iniziato a piovere. Dopo uno sguardo veloce all’adiacente Chiesa di S. Pietro e Paolo, attraversato al suo interno da rovi, purtroppo un rudere di cui rimane la facciata e forse le pareti perimetrali, ci siamo diretti verso Palazzo Ajossa. Del palazzo si tramandano due leggende: l’una sul suo costruttore, forse Luigi Vanvitelli, e l’altra riguardante la principessa che vi viveva, perché si dice assistesse alle celebrazioni sacre aprendo semplicemente il balcone del salone prospiciente la rotondeggiante  ed eccentrica Chiesa di S. Nicola di Bari.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Questa è una Calabria: quella affascinante e misteriosa, con i suoi abitanti, cordiali e accoglienti; ma questa in fin dei conti è solo la mia visione che amo questa terra, ma che spesso mi ha fatto desiderare di non tornare più.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Gioiosa è stata un’assoluta ri-scoperta, forse perché non sono mai stata attenta o forse perché alcune volte dimentichiamo di amare ciò che è nostro. L’effetto è stato assolutamente straordinario e mi sono molto stupita perché è come se l’avessi guardata con altri occhi, cercando di scorgere il passato, la storia e le sue tradizioni…

Testo e immagini ©Claudia Stritof. All rights reserved.

***

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.
Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

Gioiosa Ionica, Aprile 2015. © Claudia Stritof.

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Siti Utili: Comune di Gioiosa Ionica ||  Facebook Gioiosa Ionica

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Diario di viaggio  / Fotografia

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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9 Comments


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May 17, 2015 at 12:02 pm
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[…] Fonte: http://claudiastritof.com/2015/05/12/la-riscoperta-inaspettata-gejusa-siti-la-cchju-beja/ […]



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