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Capelli, musica and stay rock in via Polese a Bologna
19.06.2015

Mi piace andare in studio e rimanere lì 10 0 12 ore al giorno. Lo adoro. Che cos’e? Non lo so. E’ la vita.

Johnny Cash

Questa frase, che racchiude lo spirito di Johnny Cash, descrive perfettamente anche Lorenzo Caruso, in arte L.c Cash.
Dieci o dodici ore di lavoro al giorno non erano un peso nemmeno per il giovane Johnny, ma un modo per sentirsi vivo, per esprimere sé stesso, per condividere arte e idee.
Ed è proprio la stessa energia che si percepisce quando si varca la soglia del suo salone: l’Hair Gear Club.

L.c Cash, maggio 2015. © Claudia Stritof. All rights reserved.

Dal Sud al Nord passando per Stoccarda

L.c Cash è un giovane barbiere che vive e lavora a Bologna, ma porta con sé un’anima crucco-calabra: è nato a Stoccarda, ma le sue radici affondano a Cariati, in provincia di Cosenza.
Il suo nome d’arte, chiaro omaggio a Johnny Cash – il celebre “Man in Black” – racconta già molto di lui: passione per la musica, spirito ribelle, attaccamento sincero al lavoro.

L’ho incontrato in una uggiosa domenica di aprile, durante una rassegna musicale pomeridiana in via Polese 44/a.
Mi aspettavo un locale, forse un pub. Invece ho scoperto una bottega che è molto più di una barberia: è un luogo dove si respira storia, stile, musica e autenticità.

Hair Gear Club: un viaggio negli anni ’50

Appena aperta la porta a vetri, è stato come entrare in un altro tempo.
Specchi vintage, poltrone in pelle con posacenere integrati, oggetti d’arredo provenienti da vecchie officine e barbierie d’epoca: tutto parla di cura, passione, identità.

Sembra di essere tornati negli anni ’50, e ti aspetti da un momento all’altro l’ingresso di greasers, bikers e rockersintenti a sistemarsi il ciuffo con un pettine sfilato dalla tasca del chiodo.
Un luogo vissuto, frequentato da studenti, musicisti, donne, bambini e anziani che si affidano alle mani esperte di Lorenzo, uno dei pochi barbieri a utilizzare ancora la tecnica del panno caldo.

L.c Cash è un barbiere della vecchia scuola, anche se ricoperto di tatuaggi e sempre in movimento.
Ha imparato il mestiere in bottega, lo porta avanti con umiltà, dedizione e stile.
Ma non si limita a tagliare capelli: racconta storie, crea connessioni, costruisce eventi.

Uno su tutti è “I Segreti del Barbiere”, una rassegna musicale nata proprio nel suo salone, in collaborazione con Paolo Roberto Pianezza, voce e chitarra del gruppo Paul maD Gang.
Durante l’evento, Lorenzo intervista i musicisti mentre taglia loro i capelli, trasformando il rito della rasatura in un momento di intimità e condivisione.
E si sa: il barbiere è un po’ psicologo, un po’ confidente, e questa formula lo dimostra con semplicità ed efficacia.
L’evento si conclude con un concerto acustico nello stesso spazio, tra specchi e forbici, birre e risate.

Stile, non moda

Tutto, nell’Hair Gear Club, racconta Lorenzo: la sua passione per il rock ‘n roll, le Harley Davidson, la tonsorina – l’arte del barbiere – e soprattutto la sua filosofia.
Il motto?

“Sempre con stile, mai alla moda.”
Un tributo a Coco Chanel, che disse: “La moda passa, lo stile resta”.
Una frase che Lorenzo ha fatto sua, e che applica non solo ai tagli, ma anche alla vita.

Hair Gear Club, maggio 2015. © Claudia Stritof. All rights reserved.

Una bottega, mille dettagli

Ogni angolo dell’Hair Gear Club è un racconto visivo.
Alle pareti: manifesti, chitarre elettriche, bandiere, fari.
Sui mobili: chiavi inglesi, cacciaviti, bulloni.
Persino il carrellino per gli strumenti è un pezzo d’officina.

Tutto parla di una personalità autentica, capace di fondere contemporaneità e tradizione.
Qui si respira l’anima del sud sotto i portici di Bologna.
Ed è proprio questa unicità che trasforma ogni taglio in un’esperienza, ogni chiacchierata in una scoperta, ogni appuntamento in un incontro tra persone vere.

Hair Gear Club non è solo un luogo dove si tagliano i capelli.
È un luogo dove si celebra la passione per la vita, si custodiscono ricordi e si crea una piccola comunità ribelle, ma sincera.

Testo e immagini © Claudia Stritof. All rights reserved

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Itinerari d'Arte  / Sguardi d'Autore

Claudia Stritof
Claudia Stritof, calabrese dal cognome un po' strano. Pensa che la frase “ce lo caghi che sei un artista” tratta da "Le straordinarie avventure di Penthotal" di Pazienza sia geniale, eppure studia arte fin da piccola. Ama la fotografia, collabora con una galleria d'arte di Bologna che adora, ama il mondo del circo e i tatuaggi anche se ne ha solo uno e microscopico. Le piace raccontare ciò che c'e di bello nel mondo, ma anche ciò che è triste perché la vita non è “tutta rosa e fiori” come spesso la raccontano. Pensa fermamente che aveva ragione quel gran furbacchione di Henry Miller quando diceva “il cancro del tempo ci divora” e prima che il tempo la divori, ogni giorno lei si alza e si ricorda che vivere non è scontato.

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4 Comments


go to website
28.06.2015 at 13:56
Reply

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23.06.2015 at 10:49
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max31055
19.06.2015 at 13:09
Reply

Mio figlio ha intrapreso questo mestiere… Che bello questo racconto. Glielo farò leggere!



    Claud
    19.06.2015 at 13:21
    Reply

    Che bello Massimo. Mi fa molto piacere saperlo. E allora se mai passerete da Bologna, devi assolutamente prenotare da Lorenzo, così vedi dal vivo il suo lavoro. Spero l’articolo piaccia anche a tuo figlio. Grazie mille
    !!

Rispondi a max31055 Annulla risposta

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